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Salad Days Magazine | December 22, 2024

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Zeit ‘S/t’

Zeit ‘S/t’
Salad Days

Review Overview

8.5
8.5
8.5

Rating

ZEIT
‘S/t’-LP
(Assurd/Shove/Mothership/Tanato)
8.5/10


La terza prova lunga dei veneziani Zeit esalta un punto di vista sicuramente interessante: il cd/vinile in oggetto è come un progetto creato da un architetto bizzarro, che ha gusto ed estro ma che cerca di complicarsi la vita esasperando il tutto, disegnando trame oblique, risolvendo formule inverse e ghirigori che farebbero impazzire anche i più moderni ingegneri. Cosa ottiene un cliente da un progetto simile? Anzitutto il committente già sa a cosa va incontro, ma spera dentro di sé di ottenere un’invenzione impensata o una sperata sorpresa che possa esaltare ancora di più il tutto. Questo per dire che, se io so che gli Zeit osano e sanno dare il massimo nelle occasioni importanti, è bello sperare di essere sbalorditi. E allora mi inoltro spostando di poco la folta capigliatura, bagnata e inquietante che si pone davanti a me come immagine di copertina e, piuttosto che iniziare dalla prima traccia, indago in modo random nella set list del nuovo lavoro. Iniziò così con ‘Object’, una malinconica nenia ottocentesca per disperati del nuovo millennio, imbottita di veleno e rancore; punteggiata da una chitarra che trafigge ad ogni nota come fosse una macchinetta per tattoo, ‘Yellow Sword’ è quello che si vede in copertina; ‘My Dear Friend’ è una corsa tra gli alberi, quelli che ti imprigionano, che ti trattengono come in un film horror; ‘Love Psalm’ è sconforto, come una sorta di depechemodiana Pimpf; ‘The Embassy’ è l’antro, è l’inizio, una botta alla nuca, una presenza dietro te; ‘Republic’ è il viaggio sulla luna degli Zeit; ‘Sons’ è una commedia che trasuda un inferno sociopatico; ‘The Sitting Man’ è una sincope di controtempi che sbaraglia il teatro disumano che ha per protagonista l’hardcore metal e tutti i suoi derivati; ‘Whistling In The Hole’ toglie fiato e mette in campo il sapore ferroso di una spranga sbattuta sui denti; ‘The Piss’ è un mare agitato dentro una bottiglia di gin. Sbalordito!
(Giuseppe Picciotto)

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