Yung Lean ‘Starz’
Review Overview
8
8YUNG LEAN
‘Starz’–LP
(YEAR0001/Awal)
8/10
Yung Lean, all’anagrafe Jonatan Leandoer Håstad, è il classico tipo di persona che riesce a rendere interessante anche il fatto di aver letto per sessanta volte le prime due pagine della biografia di Elon Musk. Era il lontano 2013 quando fece il botto con ‘Ginseng Strip 2002’, forse uno dei primi veri strascichi ed evoluzioni commerciali dell’era vaporwave, e lì, tra Arizona Iced Tea, Oreo e una color palette degna di un capitolo di Shenmue, divenne un vero e proprio meme vivente, proiezione della cultura MTV. Dal 2013, con i vari ‘Unknown Death 2002′ e ‘Unknown Memory’, pietre miliari del genere cloud rap, Yung Lean e soci (Sad Boys) si sono fatti strada raggiungendo un successo commerciale inaspettato. ‘Starz’ è il nuovo album che esce per le etichette YEAR0001 e Awal e qui, dopo ricoveri per disintossicarsi da vari oppiacei e tranquillanti, ammette di averlo registrato interamente da sobrio. Già dalla cover sembra essersi reincarnato in Henrik Berggren, frontman dei Broder Daniel, band alt-rock emo svedese e una delle sue fonti d’ispirazione, ma con uno sguardo sempre più anestetizzato e vuoto che si polarizza nei suoi pezzi che si alternano tra shoegaze e industrial, passando alle basi più classiche cloud-rap, grazie alla produzione sopraffina di Whitearmor, ma sempre con quella melodia di fondo che sa di ninna nanna, per darci la buonanotte con delle berceuse dark a base di tranquillanti, dipendenze da cocaina, amori sperati, pokémon e demoni cenobiti, un vero e proprio diario della sua vita neanche troppo romanzato. Se per tanti anni Yung Lean, che ha anche un side-project rock lo-fi a nome jonatan leandoer127 a metà tra Beck e King Krule, è stato troppo in anticipo sul trend generale, qui in ‘Starz’ sembra aver rallentato il futuro rimanendo però sempre due passi avanti rispetto agli altri.
(Fabrizio De Guidi, @fabriziodeguidi, @fabrizio1919)
Ph. Zak Arogundade
Comments