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Salad Days Magazine | November 8, 2024

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Witchery ‘In His Infernal Majesty Service’

Witchery ‘In His Infernal Majesty Service’
Salad Days

Review Overview

6.5
6.5
6.5

Rating

WITCHERY
‘In His Infernal Majesty Service’-CD/LP
(Century Media)
6.5/10


Gli svedesi Witchery sono sempre stati un pò piacioni. Il loro mix di old school black/thrash orecchiabile e di facile presa è molto ben studiato. Aggiungiamo poi che i musicisti coinvolti nel progetto provengono da band molto conosciute come The Haunted, Arch Enemy e dai meno pubblicizzati ma apocalittici Repugnant, il gioco è fatto. Questo nuovo album non si discosta molto dai precedenti. I brani sono molto veloci, cattivi e arcigni. Il suono è bello pieno e rotondo. La voce Angus Norder è maligna e tignosa. Il lavoro delle chitarre, ad opera di Richard Corpe e Patrick Jensen è molto preciso, con dei riff accattivanti e degli assoli taglienti, cuciti apposta su questo magma sonoro. La sezione ritmica, composta da Christofer Barkensjo e da Sharlee D’Angelo viaggia a pieno ritmo e non incappa mai in battute d’arresto. La band perfetta direte voi. Sì, sotto certi punti di vista sì. Purtroppo il tutto risulta un pò troppo accessibile. I nostri infatti compongono brani si belli, ma il tutto risulta permeato da una certa faciloneria e superficialità. Mi spiego meglio: manca il tocco underground, ovvero il marciume che secondo il mio modestissimo parere deve ammantare questo genere. Qui il tutto risulta troppo perfetto, troppo levigato e ovattato. Non c’è sporcizia di fondo, non c’è quella presa sporca e melmosa che vi da la sensazione immergere la testa in un secchio di vomito. Quando accelerano manca per esempio quella profondità da oltretomba che io amo ascoltare in una band che si cimenta nell’ibrido tra blackened thrash e speed metal. Quando rallentano invece manca quell’atmosfera gloomy e malata da brividi che corrono giù per la schiena. Sono un buon gruppo, ideale per coloro che vogliono avvicinarsi a questo tipo di metal. Poi però, se vi piace, rimestate più a fondo.
(Marco Pasini)

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