Volbeat – Airbourne – Kvelertak @ Ippodromo del Galoppo, Milano – review
Il rock del nord Europa si confronta con quello australiano in questa serata infrasettimanale milanese.
Arriviamo all’Ippodromo del Galoppo alle 19 esatte, ovvero l’ora in cui, secondo la time table ufficiale, tutto sarebbe dovuto iniziare. Ci tocca però attendere fuori dai cancelli una mezz’ora prima che questi vengano aperti e la gente inizi il suo afflusso all’interno dell’area concerto. Con nostra sorpresa i norvegesi Kvelertak, gli openers della serata annunciati solo pochi giorni prima, iniziano a suonare esattamente all’apertura dei cancelli, non dando la possibilità a chi era in coda di assistere ai primi pezzi (io stesso ho perso i primi due a causa dello strappo del biglietto). Metà del loro set è fatto di gente che cammina dall’entrata verso il palco e l’altra metà di pubblico che cerca di abituarsi alla voce roca dalle tonalità black del frontman.
L’esibizione è molto buona ma poco seguita dal pubblico che evidentemente era presente esclusivamente per le due bands successive, quindi escono dal palco senza encore per lasciare spazio ad una murata di casse Marshall: è il momento degli Airbourne. I quattro australiani offrono un rock show tecnicamente perfetto: i suoni degli strumenti, i riffs e persino le movenze sembrano uscire dal passato. Dopo un paio di birre aperte a colpi di testa e offerte al pubblico, è tempo della main band della serata.
Un inizio col botto per i Volbeat, e non in senso figurato: spari di cannone e fuochi d’artificio accompagnano l’entrata dei danesi sul palco, che nel frattempo è stato addobbato come se fosse un cimitero con tanto di cancellate e tombe recanti l’epitaffio R.I.P. La parte musicale scorre impeccabile mentre la parte visuale è un continuo crescendo: a distanza di alcuni pezzi dall’inizio, si alzano dal palco degli enormi scudi che fan piovere scintille, il pubblico fedele apprezza molto tanto da sventagliare una bandiera danese. In conclusione si può dire che la quantità relativamente esigua di pubblico accorso (si tratta pur sempre di una data infrasettimanale) non ha influito sul modo di fare show e sulla positività delle esibizioni delle bands.
(Txt by Marco Mantegazza; Pics by Arianna Carotta x Salad Days Mag – All Rights Reserved)
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