Viagra Boys @ Fabrique, Milano – recap
Recensione di getto, straight to the point. I Viagra Boys hanno spaccato, il loro concerto al Fabrique è stato una bomba: hanno spazzato via tutto e tutti. Ci ho visto tante cose, BELLE. Ci ho visto gli Hives.
Un gruppo che passando dai palchi piccoli a stage importanti ha aumentato la spinta, ha “sfruttato” al meglio il muro di ampli là dietro. Non hanno limato niente nella loro proposta. Non si sono abbelliti, anzi. Ci ho visto i Turbonegro. Attitudine. Provocazione. Presa per il culo. Fottersene. Il dito medio dei Turbonegro era verso i cliché del black metal (ed anche di molti punk, diciamolo). Il dito medio dei Viagra Boys è verso i canoni di un certo post punk, quello intellettuale, serio.
Ci ho visto i Queers. Anzi, meglio. I Queers bevono solo Bud. I Viagra Boys sono andati avanti, PROUD, a bottiglie di birra Poretti. E se la Poretti (o dovrei dire la Carlsberg?) avesse un ufficio marketing degno, dovrebbe cercare sul tubo il momento in cui Sebastian elenca le cose per cui è bello finire il tour a Milano.
Facile, ci ho visto gli Scissor Sisters. Cazzoneria, irriverenza, gaytudine, divertimento, puro. Ma i Viagra Boys sono meglio, visto che (secondo me) agli Scissor Sisters, Alcatraz prima decade anni zero, c’era gente molto più pettinata. Qualcuno potrebbe dire che i Viagra Boys portano meno “pettinati” e più hipster? Vero. Ma ho visto una maglietta di GG Allin. E ho visto una maglietta dei Golpe. Capito bene? I GOLPE.
Ci ho visto i Chemical Brothers, i Prodigy. Quando un set di elettronica diventa un concerto rock. Ma i Viagra Boys oggi sono molto meglio (pur non avendo la produzione dei fratelli, che rimangono imbattibili). Mai capitato, in Italia, di fare body surfing ai Prodigy? NO. Mai capitato, worldwide, di fare body surfing con gli LCD Soundsystem? NO.
Per partecipazione e casino, ci ho visto i “secondi” Deftones, quelli del tour al Palatrussardi, con i Linkin Park di supporto. Mi spiego. Quella è stata, secondo me, la prima volta in Italia di un generale e continuo body surfing in prossimità di un palco grande, per un gruppo non metal. Roba come fosse il palco della Sforzesca di Vigevano. L’attitudine punk hardcore applicata ad un concerto (in questo caso) dance. Facile.
Ci ho visto gli Stooges, quelli con il sax di Steve Mackay. Qui qualcuno storcerà il naso… ma il consiglio, prima di infamare il recensore, è quello di andarli a vedere! Facilissimo. Ci ho visto Shane McGowan. Una versione moderna (e quindi tatuata) di Shane. Ma più simpatica (il siparietto degli occhiali da vista che lo fanno diventare nerd vale il biglietto).
E per la soddisfazione di molti nostri amici lettori, ci ho visto pure i NOFX. In che senso? Tranquilli. Parlo di merchandise a prezzi NON “mainstream”. CD (addirittura) a 10 Euro! Era da tempo che non uscivo da un concerto (possiamo dire) mainstream con un sorriso tipo acid house. Era da tempo che non uscivo da un concerto (possiamo dire) mainstream con una generale presa bene, parlo di quel “sentiment” tipo (per chi c’era) gli One Step Closer.
Un conto è accontentare 100 persone. Un conto è far godere quel migliaio e più! Visto che siamo in clima, ci sta bene finire citando il tipo della Ryan Air: “andare a vedere i Viagra Boys è come la nostra business class: tutto compreso, anche i pompini”.
(Txt Francesco Mazza & Pics Arianna Carotta x Salad Days Mag – All Rights Reserved)
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