Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Salad Days Magazine | November 21, 2024

Scroll to top

Top

No Comments

VALIENT HIMSELF ‘CROONER JUKEBOX’

VALIENT HIMSELF ‘CROONER JUKEBOX’
Salad Days

Review Overview

6.5
6.5
6.5

Rating

VALIENT HIMSELF
‘Crooner Jukebox’-LP
(Smokedoggg)
6.5/10


Il poliedrico cantante dei Valient Thorr ama mostrare molti lati della propria personalità, sia sul palco (con la sua band principale, ma anche con varie ospitate ad effetto) che nella vita di tutti i giorni (dalla sua attività di podcaster a ristoratore): ecco perché non ci stupisce particolarmente ascoltare questo progetto intitolato ‘Crooner Jukebox’, lontano anni luce dalle sonorità per il quale è conosciuto. ‘Crooner Jukebox’ è un progetto che, come su legge dalla bio, nasce come una collaborazione tra amici durante la pandemia: dopo tre anni e passa arriva alle nostre orecchie questo album composto da dodici cover, riarrangiate, suonate e registrate in giro per gli States. Il buon Valient Himself mette a frutto il suo talento indiscusso da intrattenitore (e da crooner, come giustamente ricordato nel titolo di questo lavoro) facendo suoi molti brani tipicamente americani: prendiamo l’opener ‘Forever In Blue Jeans’ di Neil Diamond, un brano rivestito di un luccichio nostalgico molto seventies, o il rock psichedelico “accessibile” dell’ottima ‘I Walked With A Zombie’ di Roky Erickson, due brani che mostrano lati inediti, ma assolutamente coerenti del cantante americano. Nel mezzo troviamo tanto altro, come le “sicure” e solide versioni di ‘Hard Luck Woman’ dei Kiss o ‘No More Mr. Nice Guy’ di Mr. Alice Cooper, o una davvero convincente ‘Don’t Let It Bring You Down’ di Neil Young, versione che non avrebbe stonato nella colonna sonora di Sons Of Anarchy, tanto suona polverosa e “outlaw” (pensando ad esempio a quanto fatto per ‘Girl From The North Country’ Bob Dylan rifatta dai Lions). Se parliamo invece di episodi “estremi”, troviamo la dance addicted ‘Dream Baby Dream’ dei Suicide e una versione rutilante e, questa sì sorprendente, di ‘Baby I Owe You Something Good’ del culto assoluto che corrisponde al nome George Clinton And Parliament Funkadelic. Un disco stuzzicante e divertente, con una longevità piuttosto breve presumo e dal peso specifico pressoché nullo, ma che qualche giro di ascolto se lo merita ampiamente.
(Davide Perletti)

Submit a Comment