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Salad Days Magazine | November 21, 2024

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Unconventional Disruption interview

Unconventional Disruption interview
Salad Days

Abbiamo incontrato Max e Gory, rispettivamente chitarrista e cantante della death metal band milanese autrice di uno dei dischi più intensi e devastanti del 2013: ‘Flood To Euthanasia’.

SD: Dalle info presenti nella cartella stampa del vostro disco si nota che non siete proprio dei novellini, suonando assieme da alcuni anni se non erro. Ciò nonostante per il sottoscritto e credo per moltissimi lettori siete venuti allo scoperto solo oggi attraverso ‘Flood To Euthanasia’. A cosa dobbiamo questa sorta di calvario per raggiungere un po’ di visibilità?
Max: Abbiamo avuto incredibili problemi di line-up. Il nostro problema è sempre stato avere stabilità con il batterista (siamo al terzo!), dopo aver terminato la stesura del primo promo in procinto di iniziare promozione e organizzare interviste e live ci siamo separati dal batterista con cui abbiamo fondato la band. Con grande fortuna – ma anche fatica – lo abbiamo rimpiazzato dopo (solo) pochi mesi, con un valido sostituto. Dopo mesi di duro lavoro siamo poi tornati ai livelli iniziali arrivando forse a superarli e, il giorno dopo il primo live con la nuova line-up, siamo rimasti di nuovo in quattro! Non chiedermi il motivo perché ad oggi non lo abbiamo ancora capito. Il nostro attuale batterista è arrivato proprio quando c’eravamo rassegnati e stavamo per scioglierci. Il resto è riassumibile con ‘Flood To Euthanasia’!

SD: Ho avuto modo di ascoltare anche l’EP d’esordio e ammetto che la crescita individuale e di band è notevole. Cosa è cambiato da quel debut a oggi a vostro avviso?
Max: Sicuramente le vicissitudini di line-up ci hanno segnato parecchio. Inoltre la sfortuna di aver avuto ben tre batteristi si è anche trasformata in un vantaggio. Il nostro drummer attuale è una macchina da guerra e qualsiasi tempo o riff io gli proponga, lui non mi ha mai deluso! Di conseguenza, con una tale libertà di composizione, ci siamo spinti su lidi sempre più interessanti, accrescendo complessità e ricchezza di idee alle nostre composizioni.

SD: Il fatto di citare i Despised Icon nei riferimenti non credete sia fuorviante? Mi spiego, sinceramente ascoltandovi vi ho visto più inclini alla scena death metal statunitense che a qualcosa che si avvicini a deathcore e derivati…
Max: Nasciamo sulla scia di quel trend musicale (imperante nel 2007), e questo probabilmente è un qualcosa che può fuorviare. Personalmente odio le etichette, ma d’altra parte solo pochissimi mostri sacri possono permettersi di farsi riconoscere solo con il proprio nome e prescindere da un genere preciso. Sicuramente il nostro è un progetto in evoluzione, ma che rimarrà sempre nel contesto della musica estrema
Gory: Per quanto mi riguarda, negli Unconventional Disruption come unica influenza in linea con i Despised Icon sono le modalità delle vocals. Quindi l’uso di parecchie tonalità di voce: si possono trovare growl molto bassi, gutturali, ma anche scream medi e alti. Dando a volte anche spazio a parlati. Del deathcore (quello duro e fatto seriamente) apprezzo specialmente quello.

SD: Come vi siete trovati a pensare e poi realizzare ‘Flood To Euthanasia’? Ci sono state difficoltà, è filato tutto liscio, raccontateci tutto!
Max: Pensare il disco è stato naturalissimo, io ne ho composto tutte le musiche, Gory ha steso testi e metriche. Altra cosa è stato registrare il tutto ed ottenere un prodotto all’altezza delle nostre pretese. In Italia non sono molti in grado di gestire chitarre a 8 corde droppate (suoniamo in drop E!), e tirarne fuori suoni decenti! Inoltre l’effettiva complessità di riff e arrangiamenti ci ha impegnato non poco nel realizzare il prodotto al massimo delle nostre possibilità. Tuttavia con il disco in mano tutto è stato dimenticato in un attimo! Siamo pienamente soddisfatti del risultato!

SD: Sezione ritmica e chitarre hanno dato un apporto considerevole al tutto, creando una sorta di muro. Quanto conta l’affiatamento tra i singoli membri nel vostro caso? Siete soliti provare spesso e come nasce un vostro brano?
Max: Ci odiamo! Scherzi a parte, il nostro è un gruppo dove individualismo e conflittualità la fanno da padrone e ormai sono convinto sia uno dei nostri punti di forza. Dato che viviamo abbastanza distanti provare è tutt’altro che semplice, viceversa la composizione dei pezzi è abbastanza standardizzata. Io preparo un pezzo, lo propongo tramite spartito, lo correggiamo se e dove necessario, poi Gory ci mette la voce, e cominciamo a macinarlo in saletta…

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SD: Gory alla voce ha fornito l’ennesima performance animalesca, coadiuvata da testi molto interessanti nel concept. Gory parlaci di come ti sei trovato a lavorare su basi sonore al limite dell’asfissia e come sono nati i testi di questo disco!
Gory: ‘Asfissia’, hai detto bene. In alcuni momenti la mia lucidità mentale è venuta meno durante la composizione delle metriche. Ci sono state parecchie volte in cui tra me e me dicevo “…E adesso cosa cazzo ci metto sopra a questo manicomio infernale?!”. Fortunatamente produrre parti su tempi dispari o composti mi viene abbastanza naturale. “Cantare” è per me uno sfogo interiore, quindi creare parti complesse e brutali allo stesso tempo. è una valvola di sfogo perfetta con il quale racchiudere tutta la mia rabbia, che purtroppo è molta. Proprio da quella partono e si districano tutti i miei testi, analizzando e ritraendo tutte le forme in cui può essere concepita.

SD: In Italia suonare è pressoché impossibile, specie per band underground. Come vedete voi la situazione da dentro?
Max: Siamo incazzati neri! Le poche volte che riusciamo a suonare nel contesto adatto (leggi gente appassionata al genere) otteniamo risultati a dir poco esaltanti. Il problema è che non si riesce, o se ci sono possibilità, ci si deve accollare spese di viaggio al limite dell’inverosimile, quasi senza alcun supporto da parte dei locali. La situazione è tragica e ridicola…
Gory: In Italia la parola “ridicolo” aleggia in ogni campo, purtroppo la musica non fa eccezione. Nemmeno nell’ambito underground, anzi. Li la cosa è ancora più palpabile. Primo punto, come male che vige sopra ad ogni cosa ci sono le miriadi di cover band che tolgono ed egemonizzano l’intero – o quasi – palinsesto delle serate. Secondo punto: noi siamo un gruppo di ragazzotti maturi (direi vecchi, ma poi qualcuno si offende!) a cui piace divertirsi nel suonare la propria musica nella maniera più violenta possibile, e lo facciamo abbastanza bene, ma questo non basta. In Italia intendo. Devi essere amico di tutti ad ogni costo e avere la faccia come il culo, altrimenti non suoni e non vieni supportato. Il sano rispetto musicale incondizionato tra band che c’era anni (e anni) fa ha lasciato il posto ad una sorta di setta ipocrita, formata da un insieme di persone, in cui se non sei come loro o non fai come loro, non esisti. In tutti i sensi. Ecco, noi non siamo di questa partita. Ognuno di noi ha una vita propria al di fuori dal progetto, quindi non teniamo a identificarci in una “scena” che fisicamente non esiste. Terzo ed ultimo: La serietà “degli addetti ai lavori” che molto spesso è latitante e quando c’è, è oligarca. Per fortuna abbiamo appurato che la realtà Italiana non è tutta cosi, gruppi e persone valide quanto volenterose, esistono. Ma bisogna avere la fortuna di incontrarle!

SD: State già lavorando su nuovi pezzi? Se sì quale sarà la nuova direzione presa?
Max: Questo è un segreto, ma sicuramente si parlerà di musica estrema, coerente con il nostro unico credo: dare al pubblico violenza musicale!

SD: Quali dischi di questa prima metà di 2013 ci consigliate?
Max: Personalmente ascolto molti generi anche sostanzialmente diversi dal nostro, pertanto non sono il più adatto a rispondere a questa domanda. Tuttavia posso dire di avere notevoli aspettative dall’imminente comeback dei Carcass, di cui ho ascoltato una succulenta anteprima!

SD: E cosa state ascoltando di recente?
Gory: Ti sto scrivendo ascoltando l’ultimo dei Revocation!

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SD: Un saluto ai lettori di Salad Days?
Max: Ascoltate e supportate la vostra musica. C’è tanta gente che ha molto da dire, per essere bravi e interessanti non è necessario essere americani o svedesi!
Gory: Seguite la musica che vi piace senza farvi influenzare da stupidi presupposti, in qualsiasi modo possibile, dato che: “Danno più emozioni poche note di vera musica che quarant’anni di musica fatta solo per compiacere la massa.” Un saluto a tutti! Stay Insane!

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(Txt by Arturo Lopez x Salad Days Mag – All Rights Reserved)

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