The Shrine ‘Rare Breed’
Review Overview
8
8THE SHRINE
‘Rare Breed’-CD
(Century Media)
8/10
Dopo un debutto fulminante (‘Primitive Blast’ del 2012) e un secondo disco piuttosto deludente (il tutto sommato scialbo ‘Bless Off’ uscito nel 2014), mi aspettavo una grande prova dai ragazzotti di Venice Beach, freschi freschi di deal con Century Media… e le aspettative non sono andate deluse, anzi! ‘Rare Breed’ riesce a fondere l’irruenza e la sfacciataggine del debut album con la ricerca di ampliare il proprio sound a favore di sonorità più dilatate, solo abbozzate con il precedente disco: è davvero difficile non resistere alla carica dinamitarda di brani come ‘Coming Quick Down’, l’incedere pesantissimo da caterpillar di ‘The Vulture’ o la cadenzatissima ‘Acid Drop’, quest’ultima micidiale e che non lascia prigionieri con i suoi folli cambi di ritmo, una voce beffarda e chitarre schizofreniche che combinano i padrini Black Flag alle fughe desertiche dei Fu Manchu più punkeggianti. Unire punk, heavy rock e scorie thrash con questa qualità non è cosa da tutti i giorni, e la cosa che sorprende maggiormente è come i The Shrine riescano a suonare grezzi e poco levigati pur mantenendo un approccio curatissimo negli arrangiamenti; d’altro canto i brani più ragionati e groovy brillano proprio per un sognwriting curato nei minimi particolari, e spiccano in questo senso la bella e melodica ‘What’s Let For Me’ e il polveroso mid tempo di ‘Dusted And Busted’. Un grande comeback per i nostri skater e un disco da consumare a forza di ascolti, peccato solo che l’imminente tour europeo in compagnia dei tedeschi Kadavar e gli svedesi Horisont non preveda tape alle nostre latitudini!
(Davide Perletti)
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