The Orb ‘Abolition Of The Royal Familia’
Review Overview
7.5
7.5THE ORB
‘Abolition Of The Royal Familia’-DOUBLE LP
(Cooking Vinyl)
7.5/10
Considerando le varie fasi creative dell’epopea dei The Orb questo nuovo ‘Abolition Of The Royal Familia’, si colloca sicuramente in una scala di valori molto valida, spalleggiata dal sempre inconfondibile e brillante stile da pionieri esplorativi della fauna electro/deep/jungle/dub/ambient house, un percorso sempre alla ricerca di segreti e bellezze da incastonare in fluidi tappeti sonori o in palpitanti sinfonie. Alex Paterson, illuminato, unico mentore in questo nuovo episodio, che in concreto è la continuazione dell’acclamato ‘No Sounds Are Out Of Bounds’ del 2018, si fregia della collaborazione dello scintillante produttore Michael Rendall come co-writer e anche come uomo di ritorno nella formazione dal vivo. ‘Abolition Of The Royal Familia’ è una mappa ricca anche di numerosi ospiti: da Youth a Roger Eno, da Steve Hillage a Miquette Giraudy e Jah Wobble, Gaudi e Andy Cain, che amabilmente contribuiscono a rendere questo nuovo lavoro molto goloso. Effettuo una pesca a caso tra i dodici brani: ‘Daze’, l’apertura affidata a Andy Cain che con la sua voce inconfondibile ti paralizza e ti accoglie come un vento leggero e caldo, l’adrenalina sale! Poi ‘Hawk Kings’ una pasticca techno che si scioglie tra melodie e umori tossici, vagando fluida dentro le interiora. Si pesca ancora: ‘Ital Orb’ è una melodia incorniciata in un ragadub in scie afro hip hop. La toccante piano-ambience ‘The Weekend It Rained Forever’ raggiunge sensazionali orizzonti tra samples ambientali, temporali e cinguettii che ci accompagnano in questa straniante performance che, nonostante tutto, lungamente ci ammalia. E poi la chiusura: ‘Slave Till U Die No Matter What U Buy’ in un anfratto cosmico, esplode una supernova, diventando la revisione stellare di ‘Stay Your Homes’ di Jello Biafra. Un piacevolissimo viaggio pieno di step, per un totale di più di un’ora di stili eclettici, a tratti straordinari, tra i migliori intrapresi dai nostri.
(Giuseppe Picciotto)
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