THE LAST CALL – chronicle of a trading skateboarding day -
THE LAST CALL – chronicle of a trading skateboarding day -
‘E’ un lavoro sporco lo so, ma ci deve essere pur qualcuno che lo faccia’…non ricordo chi l’aveva sparata, ma dello stesso avviso devono essere stati gli organizzatori della prima fiera dello skateboarding italiano: The Last Call.
Parco Polaresco a Bergamo, una domenica di luglio qualsiasi…”i duri e puri” della scena skate nostrana si sono riuniti, incuranti della concomitanza con l’unica gara di World Cup italiana a The Spot Inferno (Roma), per dimostrare che volendo ci si può inventare un metodo alternativo per scambiarsi liberi pensieri sull’andamento del borsino della tavola a rotelle.
Forse l’han imparato dall’etica Do It Yourself della Dischord, o forse han deciso di provare a proporre un originale modo di fare business, quello che conta è che l’atmosfera venutasi a creare negli spazi adiacenti la bowl ci ha ricordato molto il Glisse Expo che si teneva a Biarritz qualche anno fa: la spiaggia per i surfisti, il concrete per gli skaters…smetterla una volta per tutte con le fiere nei palazzetti per riportare ad ognuno il proprio ambiente naturale.
Gli stand sono diventati degli originali gazebo con aria condizionata naturale e il clima di interscambio culturale su materiali e futuro di questo sport, il resto l’han fatto 2 contest dimostrativi e un concerto di puro rock’n’roll (Los Fuocos).
Assenti a questo primo appuntamento i grossi marchi, si sono divisi equamente la piazza Bastard, Warriors, Dumb, Milano Centrale, Murder, Reeson, Yeah, le distribuzioni Fresco (Dvs, Lakai, Matix), Playwood (Innes, 5Boro, Enimol), PNP (Action Style, Broke, Moska, Woodù) e Blast (Blind, Dwindle, Thrasher, Clichè, Darkstar e un totale di altri marchi), la stampa con 6AM, Salad Days Mag, Pure, PointBreak;
Monster infine ha aggiunto bevande e montepremi ad una giornata che ha visto i sedicenti Martino Cattaneo e Daniele Galli intascarsi il gruzzolo del “bowl riding” e Mattia Turco sbaragliare la concorrenza nell’area street messa a disposizione da Moove Ramps.
Riflettendoci sopra non possiamo non convenire sul fatto che come primo esperimento del genere nel nostro paese la giornata è tuttosommato riuscita anche se rimane però quel retrogusto amarognolo in bocca nel vedere che ancora una volta la passione non fa rima con mercato; ma d’altronde gli stessi da cui abbiam sentito dire frasi come ‘che zingarata è?’, ‘solo i freakkettoni si riuniscono nei parchi’, sono gli stessi che ci vogliono la giacca cravatta per lavorare bene (spiegatelo anche a chi lavora nel distretto action sports di Seignosse/Hossegor/Anglet dove la pausa pranzo è stata allungata di un’ora per permettere ai dipendenti la surfata quotidiana, come pure adottano l’infradito come calzatura ufficiale estiva)…quelli che abbiamo visto domenica scorsa al Polaresco, non han certo bisogno di presentazioni, come non han bisogno di dimostrare a nessuno il loro credo politico:…c’erano ieri, ci sono oggi, e ci saranno domani…succeda quel che succeda!
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