THE FLATLINERS ‘NEW RUIN’
Review Overview
7.5
7.5THE FLATLINERS
‘New Ruin’-LP
(Fat Wreck Chords)
7.5/10
Ci sta che un gruppo voglia maturare, provare nuovi stimoli, specialmente se sei in giro da 20 anni. Può anche capitare un mezzo passo falso (almeno per me) come lo è stato il precedente lavoro ‘Inviting Light’, specialmente quando vieni da un gran disco come ‘Dead Language’. L’importante è riuscire a leccarsi le ferite e tornare convincenti, e The Flatliners l’hanno fatto. ‘New Ruin’ è un tanto atteso quanto gradito ritorno da parte del quartetto canadese. La prima cosa che si nota non è tanto il prendere le distanze dal lavoro precedente, perché in fondo ne è la continuazione, ma quello che era mancato, ovvero la grinta. Non sono più quelli di ‘Cavalcade’ e nemmeno quelli di ‘Dead Language’, ma vanno dritti per la loro strada consci di aver intrapreso un percorso tortuoso, ma ci mettono quella carica abrasiva che sembrava persa. Si sono calmati i quattro, i brani sono praticamente tutti mid tempo, uno raggiunge pure quasi i 7 minuti (rock opera come direbbe il mio amico Cantelli). Ma sono comunque brani che ti prendono, perché hanno quelle aperture anthemiche da fingerpointing e singalong che solo The Flatliners sanno creare. ‘Performative Hours’, ‘Rat King’, ‘Oath’ e ‘Tunnel Vision’ sono i pezzi che più si distinguono in un lavoro che può far storcere il naso ai fan di vecchia data, ma una volta che i pezzi ti entrano in testa va via che è un piacere. E se dal vivo i quattro danno l’impressione di essere persi in un limbo tra passato e presente, in studio non sbagliano di una virgola e tirano dritti lungo il nuovo percorso che hanno scelto. Con buona pace dei gatekeepers, un gradito ritorno!
(Michael Simeon)
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