The Doomsayer ‘Fire. Everywhere’
Review Overview
8
8THE DOOMSAYER
‘Fire. Everywhere’-CD
(Candlelight Records)
8/10
Un esordio ampiamente preannunciato ed atteso da tutti coloro che hanno seguito e conosciuto gli Stigma durante gli anni 2000, i The Doomsayer sorgono dalle ceneri della band piemontese con ‘Fire. Everywhere’, che paventa bellicoso scenari di violenza e distruzione senza appello. Si tratta di un album di otto tracce, incluse un’intro ed un interludio, dai titoli che rimandano a guerre ed atmosfere epiche. Primo album quindi per una band già in effetti navigata che sa già perfettamente cosa vuole e come ottenerlo; si tratta infatti di un disco tutt’altro che ingenuo, prodotto negli Stati Uniti e confezionato con i crismi che competono alle band di livello internazionale. Inevitabile il paragone con gli Stigma, dei quali ritroviamo la marcata vena puramente metal, oggi i The Doomsayer sembrano virare verso il metalcore degli As I Lay Dying, strizzando l’occhio ai fan dei The Ghost Inside. Con soli otto brani ‘Fire. Everywhere’ vuol essere un album completo, e nella sua differenziazione ci riesce. Sotto l’efficace voce di “Vlad” troviamo infatti potenti riff metal accanto a raffinati e quasi barocchi virtuosismi di chitarra, ritmiche incalzanti e stacchi hardcore, breakdown devastanti, atmosfere malinconiche, parti sing-along, fino a melodie catchy. ’15.05.11′, ‘The Eternal Self’ e ‘Diamonds’ sono i perfetti esempi della ben mixata varietà che i The Doomsayer vogliono proporre, senza scadere mai in strutture banali e scontate. Le atmosfere epicamente cupe accompagnano tutto l’album e raggiungono l’apice in ‘Echoes’, che addirittura propone stili e ambienti post-rock. ‘Fire. Everywhere’ coinvolge e punta ad un pubblico vasto perché riesce ad essere nelle sue diverse parti ricercato, classico, ma anche facile da ascoltare per i più giovani; vuole smarcarsi dalle nicchie e si avverte la ricerca di appetibilità che, se saputa esprimere in questo modo, potrebbe spalancare davvero sul mercato un futuro roseo a questa nuova band.
(Francesco Banci)
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