THE BRONX ‘BRONX VI’
Review Overview
8
8THE BRONX
‘Bronx VI’
(Cooking Vinyl/Egea Music/The Orchard)
8/10
Alzi la mano chi non conosce The Bronx. Un gruppo che abbiamo incominciato ad amare fin dal loro album d’esordio nel lontano 2003 e che nel corso della loro lunga carriera non hanno mai deluso, sia per quanto riguarda la ferocia esecutiva sia per le estemporanee danzate del loro side project Mariachi El Bronx. Se anche tutto questo preambolo lascia in voi quell’effetto da palla di fieno nel deserto, direi che questo nuovo lavoro è un ottimo punto di partenza per conoscere il gruppo e andare a ritroso nella loro discografia. ‘Bronx VI’ è il sesto lavoro della loro carriera e ci regala un gruppo in forma super smagliante: il sound è fresco, graffiante, con le giuste melodie, carichissimo, insomma come un vero disco rock dovrebbe suonare. Diciamocelo, non c’è nulla di nuovo nel songwriting del gruppo, solo la
consapevolezza del poter scrivere con disinvoltura pezzoni che sotterrerebbero qualsiasi concorrenza e farebbero la fortuna di qualsiasi gruppo che vorrebbe cimentarsi nel genere. In realtà una novità ci sarebbe, e non da poco: alle pelli ora siede un certo Joey Castillo (Danzig e Queens Of The Stone Age vi dicono niente?) che porta esperienza, pacca e ne sa giusto qualcosa di come si suona rock con i controcazzi. Ascoltare pezzi come ‘White Shadow’, ‘Curb Feelers’ e ‘New Lows’ per capire quanto appena detto. Se l’effetto palla di fieno che rotola nel deserto è ancora li nella vostra testa posso dirvi che lontanamente possono sembrare un mix dei The Hives più abrasivi con le melodie killer di Danko Jones. Più di così non so che dirvi, se non quella di mettere ‘Bronx VI’ sul vostro supporto di ascolto preferito e alzare il volume, ma di tanto. Gli aficionados del gruppo giassanno.
(Michael Simeon)
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