Terror ‘The Walls Will Fall’
Review Overview
8
8TERROR
‘The Walls Will Fall’-EP
(Pure Noise)
8/10
Benvenuti alla quinceañera dei Terror, ai festeggiamenti in stile latinoamericano per i quindici anni della band di Los Angeles, che per l’occasione si pone idealmente dal lato messicano del confine pronta a distruggere il muro di separazione con gli Stati Uniti. Sono più che espliciti i riferimenti di questo nuovo EP dei Terror dal titolo ‘The Walls Will Fall’, che insieme alla copertina in stile old school esprimono l’avversione politica nei confronti di nazionalismi emergenti in Occidente e soprattutto nel loro stesso Paese. Era l’ora che nuovo vigore critico fortemente politicizzato si affacciasse in modo forte e diretto in produzioni di alto livello, dove tutti sembrano fin troppo attenti all’autopromozione e all’estetica. I Terror si confermano leader di un movimento che hanno sempre teso ad unire e mantenere forte, loro che dalla California hanno adottato le influenze dell’East Coast. Questo nuovo disco è composto da cinque pezzi (tra cui la cover dei Madball ‘Step To You’) per una durata inferiore ai dieci minuti, a testimonianza della rinuncia a qualsiasi fronzolo e della volontà di risultare più diretti possibile. Sono proprio così i nuovi Terror, come sono sempre stati, ma ancora più convincenti rispetto alle ultime uscite per Century Media, ora che sono approdati alla Pure Noise. Riff che arrivano dritti in faccia, lanciati a gran velocità e spezzati da breakdown in stile hardcore dalla potenza prorompente, ma diventa quasi superfluo descrivere uno stile che in quindici anni ha stabilito uno standard e che si fonda sull’integrità e la coerenza. Il vero punto forte di questo piccolo disco, che lo fa apprezzare maggiormente rispetto ai lavori del recente passato, è la nuova linfa derivante dalla sincera rabbia nei confronti del potere. L’hardcore torna a farsi sentire davvero, non per celebrarsi, non per parlare in astratto o di generici e comunque fondamentali valori, ma per alzare la voce rispetto a questioni specifiche e contingenti. La lenta agonia fatta di ripetizioni infinite viene spazzata via dal nuovo significato che riempie la forma, donando lustro ad un genere ed una band invece ancora necessari. Subito dopo l’elezione di Donald Trump si è guardato al mondo dell’espressione artistica e a quello della musica in particolare per carpirne le reazioni presumibilmente copiose, attente e ipercritiche, ma solo ora la politica sta tornando sulle copertine dei dischi importanti, e certamente non potevano farsi trovare impreparati i Terror.
(Francesco Banci)
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