Terraforma Day 1 @ Villa Arconati, Castellazzo (MI) – recap
Ho appena visto un video di Silvestrin in cui il nostro si scaglia contro la critica musicale mainstream italiana, definendola un “rimming” acritico…
…probabilmente pure non pagata dai diretti interessati (intendo dire dai “criticati”), e quindi una categoria ancora più “serva”, più “squallida”, più “bassa”. Può piacere o non piacere, ma su certi argomenti trovo l’ex vj di MTV assolutamente puntuale ed efficace. Può piacere o non piacere, ma aggiungerei al video di Silvestrin una postilla, allargando questa cosa del “rimming”, dello squallore, della bassezza anche alla critica musicale “alternative”/indie. Per intenderci. Il problema, per quanto mi riguarda, e’ il “giornalismo”, in toto. Dopo il fiasco organizzativo del Day 1 di Terraforma mi sarei aspettato uno shitstorm (in questo caso giustificato) da parte dei vari portali “rilevanti”. Invece niente. Dopo il fiasco organizzativo del Day 1 di Terraforma mi sarei aspettato delle scuse sui canali social dell’organizzazione. Invece niente. LA DOMANDA che mi faccio: può la buona o cattiva organizzazione di un evento influenzare la qualità o la resa dell’evento stesso? Qui sta l’inghippo. Qui sta la differenza. Per la critica di cui sopra, le due cose non c’entrano. Quindi Terraforma Day 1 è stato una BOMBA.
Lafawndah (accompagnata da Valentina Magaletti e Sebastien Forrester) ci ha “riscaldati” (o “raffreddati”, visto la proposta mooolto “cool”) per bene. Amnesia Scanner con i visual di Freeka Tet nel labirinto hanno SPACCATO. Volumi pazzeschi. BASSI che si sentivano a Milano. Non c’entra niente, ma per impatto mi hanno ricordato la (mia) prima volta dei Pan Sonic, per chi c’era… al Castello. SBAM. E poi gli Autechre, che (per me) sono grandi come Zidane, vi devo spiegare qualcosa? Qui sopra il “giornalista”. Ma per il sottoscritto, per il Silvestrin de noi altri, ma anche per un botto di gente con cui ho parlato quella sera, gente non proprio di primo pelo, gente che paga per vedere i concerti, quella sera e’ stata una barzelletta, anzi, mai così attuale la citazione fantozziana: “Terraforma Day 1 e’ stata una cagata pazzesca”.
La pessima organizzazione ha inficiato la resa, la qualità dell’evento. PUNTO. Posso perdonare il fatto che un festival che fa della sostenibilità e dell’impatto zero non pensi a delle rastrelliere per le poche decine di stronzi (tra cui il sottoscritto) che usano la bici per spostarsi anche in posti non proprio comodi come Villa Arconati. Cosa diceva Fabri? Rappers italiani, politici italiani, aggiungiamo promoters italiani? Tutti dei quaraquaqua. Imperdonabile invece, sempre in nome della sostenibilità e dell’impatto zero, la trovata del “cashless”. Braccialetto da caricare. 4 postazioni di carica, più una nel campeggio che quando arrivo penso “ma che cazzo è questa coda”? Risultato? Da quando sono entrato (Lafawndah già iniziata) a quando sono uscito (metà set degli Autechre), le 2 postazioni davanti all’Alpha Stage (per i “mortali” come noi, il palco principale), quello “iconico”, quello progettato da Matteo Petrucci, sono state PERENNEMENTE IN CODA. Parlo di centinaia di persone per postazione. Parlo del fatto che per avvicinarsi all’Alpha Stage, quello “iconico”, quello progettato da Matteo Petrucci, bisognava attraversare due file di un centinaio di persone ciascuna. Non va meglio nelle postazioni “laterali”. Una non lontana dal Vala Stage, quello costruito coi resti della tristemente famosa tempesta trentina, quello progettato dallo studio Space Caviar, PERENNEMENTE IN CODA. Un centinaio di persone. E gli stand attorno (food and drink) ovviamente VUOTI. Caldo infernale, ci sarebbe voluto qualcuno dell’organizzazione che prendesse in mano la cosa e dicesse: “SCUSATE ragazzi, da questo momento l’acqua ve la offre Terraforma”. Ma Churchill non era italiano. Reggo il caldo, la presa male, la gente che va da una postazione all’altra sperando in un miglioramento della situa fino a metà (penso) set degli Autechre. Poi sono costretto alla resa. Via. E gli Autechre sono uno dei miei gruppi preferiti. Ed era la prima volta che li stavo vedendo. KO. Via. Mai successo!
Mi piace pensare che il duo abbia cominciato con una mezz’oretta di ritardo perché ha litigato con l’organizzazione: “cazzo Terraforma, non possiamo mica suonare con cento persone in fila che attraversano lo spazio davanti a noi CAZZO”. Mi piace pensare che gli italiani coinvolti quel giorno (Magaletti o Dozzy) abbiano detto qualcosa ai loro amici dell’organizzazione, CAZZO. Mi piace pensare che la Warp metta in blacklist Terraforma, e che un qualche rapporto tra Warp e Terraforma ricominci se e solo se certe specifiche basilari verranno rispettate, CAZZO. Ma ho paura di essere solo un illuso. O forse troppo vecchio per ‘sta roba. E se mentre torno penso a quanto meglio sia stato DeadMau5 quando lo vidi in uno spiazzo davanti all’Ortomercato, cemento e bar, vuol dire che c’è qualcosa che non va. Intelligent Dance Music? Fuck You All.
(fmazza1972)
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