Terminal Sick interview
La scena hardcore metal US è ormai di casa in Italia, al punto che sono ormai molte le leve pronte a prendere spunto da essa.
I Terminal Sick sono sicuramente tra queste, una band che in “Nothing More” ha dato linfa a un genere mai domo. Ne abbiamo parlato direttamente con loro.
SD: Ciao ragazzi, partiamo facendo un riassunto di come procedono le cose in casa Terminal Sick? Progetti immediati e futuri?
TS: Nell’immediato vogliamo continuare a promuovere ‘Nothing More’ attraverso l’attività live: le performance dal vivo sono vitali per noi in quanto ci aiutano a capire se la direzione presa è quella giusta. Per il futuro abbiamo l’obiettivo di raggiungere un livello ancora più alto in termini di live, nella speranza di esibirci sui palcoscenici più importanti della scena metalcore italiana ed europea. Naturalmente tutti coloro che avranno voglia di seguirci dal vivo potranno trovare info e date sulla nostra pagina Facebook o sul nostro sito ufficiale www.terminalsick.com.
SD: ‘Nothing More’ è ormai disponibile da qualche mese, quindi vi sarete fatti un’idea di come vanno le cose in merito. Com’è stata la risposta del pubblico e di vendite?
TS: Ottima! In Giappone abbiamo fatto registrare il sold-out nelle vendite online. Anche durante i concerti abbiamo avuto riscontri più che positivi sia nella risposta da parte del pubblico che nelle vendite.
SD: A vostro avviso il disco è stato meglio inglobato in Italia o al di fuori dei confini?
TS: Sappiamo bene quanto sia ostico nel Bel Paese emergere dal panorama underground, ma dando un’occhiata alle recensioni possiamo ritenerci soddisfatti sia in Italia che all’estero.
SD:L’attività live sembra procedere spedita. Come siete soliti organizzarvi dal punto di vista live? Attraverso agenzie booking o DIY?
TS: Per quanto riguarda la ricerca e l’organizzazione dei live ci affidiamo totalmente alla nostra agenzia di booking & promotion “Soldier Of Sound” di Massimo Bonini. Stiamo lavorando molto bene con lui e speriamo di continuare così anche in futuro. Un fattore molto importante da non sottovalutare è anche la collaborazione e la condivisione dei live con le altre band locali. Da sempre cerchiamo di invitare ai nostri live delle band che fanno parte del nostro circuito sperando naturalmente di essere ricambiati in futuro.
SD: L’Italia sta diventando terra sempre più fertile in campo alternative, tante le realtà che firmano per etichette medio/grosse e interesse in crescendo. Cosa sta cambiando a vostro avviso?
TS: Il cambiamento maggiore si è sviluppato nella richiesta del pubblico, soprattutto quello giovanile, che è alla ricerca di qualcosa di nuovo che si distacchi il più possibile dallo stereotipo della canzone popolare o del rock melodico. Di conseguenza sempre più band In Italia si sono cimentate in sonorità più dure e aggressive. La fusione di questi due fattori ha favorito la formazione di svariate band di qualità che fanno musica alternative/metal/hardcore e che non hanno nulla da invidiare alle migliori band europee del passato e del presente.
SD: E sempre in tema di live show: l’Italia è così messa male come dicono tutti in fatto di organizzazione concerti/affluenza?
TS: Sicuramente in Italia è più difficile farsi un nome e avere un seguito: abbiamo una mentalità diversa rispetto agli altri paesi europei e a tal proposito abbiamo avuto delle conferme durante il nostro tour nel Regno Unito in occasione del quale ci siamo accorti che le persone sono più propense a uscire di casa per andare a vedere un live e godersi la performance dei musicisti. Anche i locali non aiutano: in Italia c’è maggior interesse nel guadagno netto sulla serata. A volte bisognerebbe rendersi conto che prima di pensare al guadagno è necessario coinvolgere il pubblico, invogliare le persone a partecipare ai concerti con idee accattivanti e stimolanti. Vogliamo comunque spezzare una lancia a favore dei club che cercano di sopravvivere nonostante le altissime spese che devono sostenere per organizzare una serata con musica live.
SD: La soddisfazione maggiore che vi siete tolti con ‘Nothing More’?
TS: Sicuramente il live al Midian di Verona con i Destrage, spettacolare band metal milanese, che recentemente ha aperto per gli Every Time I Die e i Parkway Drive al Vidia Club di Cesena.
SD: Se non erro siete del bolognese, territorio da sempre incline ad hardcore e derivati. Quali band locali vi sentite di consigliarci?
TS: Con immenso piacere vi consigliamo i nostri amici Desire Before Death che da poco hanno sfornato il loro secondo album ‘Beyond The Threshold’, Una bomba!!! Complimenti ragazzi!
SD: Guardando al futuro, siete già al lavoro su nuovo materiale? Cosa dovremo aspettarci in fatto di stile?
TS: Naturalmente sì! Non bisogna mai fermarsi nella composizione di nuovi brani. Stiamo sviluppando il nuovo materiale senza preclusioni, sperimentando nuove sonorità e dando spazio a ogni soluzione compositiva, cercando però di mantenere la carica e il groove che da sempre ci contraddistinguono.
SD: ‘Nothing More’ è stato pubblicato da To React Records, giovane realtà indipendente che bene sta facendo sul suolo nazionale e non. Quanto conta oggigiorno per una band essere seguita da una label?
TS: In base alla nostra esperienza possiamo dire che essere seguiti da una label è molto importante in quanto risulta tutto più semplice in termini di produzione e distribuzione. Siamo molto felici di aver firmato per To React Records perchè sin dalle prime battute, dai primi scambi di mail e telefonate, ci siamo resi conto della loro professionalità, competenza nel settore e serietà. Non sono cose così scontate al giorno d’oggi! Purtroppo ci sono tante etichette indipendenti che nascono solo con l’intento di fregare soldi alle band emergenti promettendo traguardi irraggiungibili.
SD: C’è qualcosa di ‘Nothing More’ che ascoltandolo oggi cambiereste? Di che si tratta?
TS: Sinceramente no. Siamo molto soddisfatti del nostro lavoro, è come lo volevamo! I brani sono ben bilanciati tra di loro, omogenei e tutti spacca ossa. Questo risultato è stato possibile anche grazie al lavoro di produzione svolto da Dysfunction Production in quanto hanno saputo tirare fuori il meglio da ognuno di noi.
SD: Cosa sta girando nel vostro stereo di recente?
TS: Di tutto! Non ci poniamo limiti nell’ascolto. Amiamo ascoltare diversi generi musicali e questo ci aiuta molto nella composizione dei pezzi.
SD: E un paio di dischi da consigliarci?
TS: Anche 3 o 4! ‘Rescue & Restore’ degli August Burns Red, ‘Daybreaker’ degli Architects, ‘Ex Lives’ degli Every Time I Die e ‘Atlas’ dei Parkway Drive.
SD: Un saluto ai lettori di Salad Days?
TS: Ciao regaz! Mi raccomando acquistate ‘Nothing More’ perchè spacca veramente il culo!
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(Txt by Arturo Lopez x Salad Days Mag – All Rights Reserved)
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