Tayone interview
TAYONE INTERVIEW
(artwork by Cento Canesio x Salad Days Mag)
SD:Come nasce Tayone? Qualche riga della tua storia per i lettori che non ti conoscono ancora!
-Nasco a Salerno nel 1979 e conosco lo scratch ad 11 anni tramite mio cugino che ascoltava musica rap (dei tempi ‘Mary Mary’ dei Run-Dmc e ‘Saturday’ dei De La Soul gli scratch che mi hanno influenzato) ma non essendoci internet non capivo come potevo fare e provavo con un giradischi dell’hi-fi di casa ma il risultato era pessimo. Passo’ il tempo e pensai di imparare a suonare la batteria ma i miei non me la comprarono! Dopo qualche anno a casa di un mio amico ebbi la fortuna di ascoltare Giorgio Prezioso che negli anni novanta faceva parte del Deejay Time su Radio Deejay ed ogni giorno alle 15:00 c’erano i suoi scratch. Lui è stato un maestro per me. Piano piano capi’ e comprai una console completa ma con giradischi Lenco a cinghia e un mixer senza neanche il fader: praticavo 8 ore al giorno senza uscire di casa. Dopo un anno presi finalmente i Technics: mi costruivo gli interruttori, i cosiddetti phono line dei mixer, il flash former di grand master flash per capirci, le puntine saltavano e ne provavo di ogni tipo, posso farti un elenco infinito di modelli. Poi mio padre, tramite un amico che aveva un agenzia che seguiva dei dj in Camapania, mi porto’ ai primi live di Giorgio Prezioso: da li non ho mai smesso di guardarlo ed ammirarlo, compravo i suoi stessi dischi e mi piaceva quello che faceva. La sua “pulizia” è tutt’ora incredibile: io volevo diventare bravo come lui, era il mio unico obiettivo e metro di paragone. Adesso siamo diventati grandi amici, ci sentiamo e ci vediamo spesso. Lui mi ricorda sempre che gli portavo le cassettine con gli scratch per fargli sentire i miei progressi e, in effetti, mi diceva che miglioravo giorno dopo giorno. Ho dei bellissimi ricordi…
SD: Hai fatto un cd definitivo, sei stato, se non il primo, uno dei primi a portare in Italia l’arte del”suonare” i giradischi come se fossero veri e propri strumenti, andando al di la dell’effetto scratchato, ti senti personalmente colui che in Italia, ha dato il via ad una nuova frontiera per l’hip hop?
-Parlando appunto di Giorgio mi viene da pensare che ci sono stati dj prima di me che hanno portato in alto la storia dello scratch nel mondo. Mi viene in mente, oltre Prezioso, anche Zappala’, Lori-D, Dj Trip (r.i.p), Kk, Alien Army…è un onore essere considerato uno di questi! Quest’anno gli scratch busters hanno vinto il campionato del mondo. Io mi sento in continua evoluzione per questo non riesco a considerarmi mai old school: lo scratch è materiale ritmico e melodico, qualcuno dei dj nominati suonava techno. Il giradischi è uno strumento e come tale non ha vincoli di nessun genere: puoi essere un grande scratcher anche se suoni la techno, o è come dire che un batterista è solo rock.
SD: La traccia numero 8 del disco,’Trinity’, e’ registrata live, durante la serata de Gli Originali avvenuta un paio di anni fa, ma è eseguita con una precisione pari a tutti i pezzi registrati in studio. Di quante ore necessita la disciplina dello scratch? O per lo meno quanto tempo dedichi tu dietro ai giradischi?
-Adesso dedico poco tempo allo scratch, mi esercito molto nel set che sto portando in giro adesso. Sono tornato a fare quello che facevo quando ero piccolo, ma avvalendomi di Rane TTM 57 con serato scratch live ho la possibilit
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