Supercharger ‘Broken Hearts And Fallaparts’
Review Overview
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7SUPERCHARGER
‘Broken Hearts And Fallaparts’-CD
(Gain Music)
7/10
Arriva da Copenhagen un classico esempio di gruppo che parte dall’hard-rock approssimativamente sudista (sì, dei nordici sudisti!) per approdare al più figo (per il momento) groove-metal. Volendo fare dei paragoni (e a noi va di farli), li potremmo accostare a gruppi tipo Black Label Society, ma con una spiccata austerità teutonica. Il sestetto danese parte in quarta con una ‘Like A Pit Bull’ che è una discreta mazzata sui denti, tanto stereotipata quanto rabbiosa, che fa intuire tutta la loro esperienza (non sono affatto dei novellini, ‘Broken Hearts And Fallaparts’ è il loro terzo album), per proseguire con una quasi omonima ‘Supercharged’ in cui ricordano i troppo sottovalutati Skid Row di ‘Slave To The Grind’ o ‘Subhuman Race’. I riferimenti a gruppi più celebri si sprecano: impossibile non pensare ai Kiss per ‘Five Hours Of Nothing’ o ai conterranei D-A-D per ‘From The Gutter’, mentre il piglio southern ma anche aerosmithiano di ‘Hung Over In Hamburg’ arriva a cavallo dell’armonica a bocca. Chiude la ballata acustica ‘Boodbye Copenhagen’, in cui sono per la verità meno efficaci. Cioè i Superchanger riescono meglio quando le chitarre ruggiscono negli amplificatori. Buono il lavoro produttivo di Tobias Lindell (Mustasch, Europe) che prova a mettere assieme le varie anime dei sei danesi, i quali peccano solo ed esclusivamente in originalità.
(Flavio Ignelzi)
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