Sumerlands ‘S/t’
Review Overview
8
8SUMERLANDS
‘S/T’-LP/CD/Digital
(Relapse)
8/10
Ascoltando il debutto degli statunitensi Sumerlands sembra davvero di essere tornati indietro negli anni’80. Quindi rispolverate i jeans attillati, le sneaker alte e il vostro giubbino di jeans con le maniche strappate e immergetevi in questo sound. Puro heavy metal americano, figlio dei Queensryche, dei Cirith Ungol e perchè no, dei primissimi Van Halen (ascoltatevi l’intro arpeggiata del brano posto in apertura, ovvero ‘Seventh Seal’ e capirete). La registrazione è davvero uno dei punti di forza di questo album, suona dannatamente retrò, come se il disco fosse stato inciso nel 1986. Un suono bollente e avvolgente permeerà le vostre trombe di Eustachio. Il tutto esalta ancora di più ciò che suonano. I brani scorrono fluidi, tra cavalcate metalliche e stacchi quasi progressive, in un crescendo davvero emozionante. La voce di Phil Swanson è potente e incendiaria. Un riffing di altissimo livello, pregiato e davvero per costruito ci regala una struttura dei brani avvincente. Il fatto poi che il tutto sia stato confezionato con un substrato di melodia, non fa che accrescerne il valore artistico. Basso e batteria svolgono in maniera egregia il loro compito, spingendo quest’album ancora più in alto. I sintetizzatori creano invece quell’ atmosfera futuristica tanto cara agli Iron Maiden di ‘Somewhere In Time’, dando al tutto una certa epicità. C’è da dire che i componenti di questo combo non sono esattamente di primo pelo: troviamo alle chitarre e alle tastiere Arthur Rizk, che ha prodotto gruppi come Power Trip, Inquisition e Pissgrave. Il prima citato Swanson invece è al servizio degli Hour Of 13/Atlantean Codex. Chiude il tutto una gran bella cover realizzata da Jos A. Smith, che creò il celeberrimo caprone dei Bathory nei seventies. In conclusione sono di fronte ad un ottimo debut album, per cui vale il motto: heavy metal will never die!
(Marco Pasini)
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