Spaced / Scemo / Leach @ Barrio’s, Milano (MI)
Trivel Collective e Versus Music mettono assieme la solita line up “tre gusti is meglio che one”, questa volta – forse il Barrio’s in culandia – forse l’estate torrida milanese che…
…non invita certo ad andare in giro/che figata! – forse è mercoledì – forse è la piazza milanese, che come negli anni ’90 è comunque “strana”/vai a capire perché a volte c’è un botto di gente, altre volte no – dicevamo questa volta siamo in una situazione più intima, mi vengono in mente i concerti pseudo clandestini che andavano tanto di moda nei loft newyorkesi qualche tempo fa, i “private show”. Arrivo per i due pezzi finali dei Leach, con Walter nella sua versione/posizione preferita: “singalong as fuck”! Mi ero perso, novembre anno scorso, il Blastival in T28. Un delirio (positivo) di 4X30 minuti di match tra otto gruppi “punk”. Intendiamoci: “punk” nella connotazione più ampia. Mi ero perso L.U.L.U., Narkan e Scemo… per continuare con la boxe, gente che nel mio personale taccuino occupava le prime posizioni della classifica “devo vederli”. Gli Scemo avevano spaccato al Blastival. Gli Scemo hanno spaccato al Barrio’s. Mia personale vincitrice della serata? Alessandra, voce. C’era Lexi (cantante Spaced) che si è vista tutto il loro set. Secondo me ha avuto un qualche momento di: “e adesso come faccio a cantare dopo questi qui? e adesso come cazzo faccio dopo gli SIMO? (pronunciato all’ammericana è goduria pura)”. Qualcuno potrebbe storcere il naso per la mancanza del basso? Siete dei VECCHI. Oggi si può fare del sano e veloce casino anche senza basso. FINE.
Non era facile portare a casa la serata dopo un opening del genere, un crescendo di velocità e potenza. Ma gli Spaced si confermano un gruppo della Madonna. Riporto, per descrivere in maniera super efficace quello che fanno, le parole di Max Tsunami, ieri autorevole compagno di concerto. In occasione del lancio della bio dei fratelli Koller, tradotta in italiano appunto da Tsunami, al Magnolia c’erano gli Spaced, prima di Comeback Kid e dei “padroni di casa” Sick of It All. Gente che ne ha visti di gruppi spalla. Gente con un certo pelo. Sembra che i fratelli Koller, al banchetto a firmare le copie, all’inizio del concerto di Lexi e della sua crew si siano fermati a bocca aperta. Del tipo “ma chi sono questi qui?”. Due parole, due: gran gruppo. Presenza e “modo” che solo un gruppo americano… di quelli che suonano ovunque/con chiunque/per chiunque… una botta tipo “ultimo concerto della vita”. Mezz’oretta di hardcore moderno, hardcore bello dritto, con più di un momento “ballabile”… anzi dovrei dire “saltabile”… ricordiamoci infatti che c’è un legame (che ovviamente a me piace) con la scena hip hop di Buffalo. Finisce che siamo come il loro simbolo, lo smiley con SPACED al posto degli occhi. Finisce che quando tra i riferimenti, quando nell’ immaginario di un gruppo hardcore c’è l’acid house, IO GODO.
(fmazza1972)
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