SOULBURN NOA’S D’ARK
Review Overview
7.5
7.5SOULBURN
‘Noa’s D’ark’-CD
(Century Media)
7.5/10
Soulburn sono la creatura che Eric Daniels e Bob Bagchus (rispettivamente chitarra e batteria) avevano creato nel lontano 1996 dopo la dipartita degli Asphyx. La band ha dato alle stampe alcuni album (soprattutto i primi due) che furono un po’ il proseguo del suono che lui ed il batterista Bob Bagchus avevano contribuito a dare agli Asphyx,ovvero quel suono marcio e melmoso, connubio perfetto tra death metal e doom. Bob Bagchus abbandonera’ sia i Soulburn che gli Asphyx (che nel frattempo erano stati riformati per la registrazione di ‘At The Wings Of Inferno’ nel 2000 e si’, la storia del combo olandese e’ un po’ complicata) per dedicarsi ad altro. Devo ammettere, i primi due pezzi mi avevano fatto temere il peggio. Poi, come per magia, da ‘Temple Ov The White Light’ (titolo sbagliato, oppure scritto in questo modo apposta?) i nostri si rialzano abbondantemente. I Soulburn a differenza degli Asphyx, buttano nel calderone sì il death metal e il doom, ma impreziosiscono il tutto con una colata ghiacciata di black metal, creando un connubio davvero interessante. I riff infatti sono accattivanti ed ipnotici, una melma fredda che lentamente vi divorera’. La voce di Van Geel e’ decisamente azzeccata per il genere suonato dai nostri, gutturale, ma allo stesso tempo lancinante e agghiacciante. Il drummer Marc Verhaar e’ un degno sostituto del gia’ citato Bagchus, fornendo una prestazione di ottimo livello. Tempi veloci si alternano a sfuriate assassine, per poi lasciare spazio a rallentamenti che guardano direttamente dentro all’abisso. Un disco molto interessante.
(Marco Pasini)
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