Slipknot ‘.5: The Gray Chapter’
Review Overview
7
7SLIPKNOT
‘.5: The Gray Chapter’-CD
(Roadrunner)
7/10
Nonostante i rumor sempre più insistenti di scioglimento anticipato, la band di Des Moines è riuscita a dare alle stampe il quinto album in studio dedicandolo alla memoria del bassista e membro fondatore Paul Gray. L’attesa di ‘.5: The Gray Chapter’ si portava dietro numerosi quesiti visti i tanti attriti all’interno della band, che hanno portato all’allontanamento del batterista Joy Jordison, e svariati malumori più o meno sbandierati a mezzo stampa degli altri membri. Come era ovvio che fosse questo album è la creatura del singer Corey Taylor, che ha portato molto dei suoi Stone Sour in fase di composizione del disco, ma senza dimenticare l’approccio heavy e schizofrenico tipico degli Slipknot, un trademark che ha permesso alla band di raccogliere l’approvazione col tempo anche all’interno della scena metal più conservatrice. Il risultato è contro ogni previsione piacevole, e dopo l’intro pseudo-drammatica ascoltare in fila ‘Sarcastophe’ e ‘AOV’ lascia quasi inalterata la sensazione di caos e di anarchia sonora che si era provata ascoltando il famoso debut album uscito nel lontano 1999. Al netto delle mascherate e gossipate assortite, questo album ha tutto per finire nelle top 10 di fine anno delle riviste del settore, e ad onor del vero un singolo come ‘The Devil in I’ può essere commerciale quanto volete ma riesce a creare delle atmosfere uniche. ‘Skeptic’, ‘The Negative One’ e ‘Nomadic’ gli altri picchi di un album che si può definire senz’altro come riuscito.
(Davide Perletti)
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