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Salad Days Magazine | November 21, 2024

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SLEAFORD MODS ‘UK GRIM’

SLEAFORD MODS ‘UK GRIM’
Salad Days

Review Overview

7.5
7.5
7.5

Rating

SLEAFORD MODS
‘UK Grim’-LP
(Rough Trade)
7.5/10


Recensione tipo “timbro il cartellino”. Terza volta che scrivo di Sleaford Mods su Salad Days, in qualche maniera ne sono anche abbastanza “orgoglione”. Prima volta alla fine del 2020, con il loro all the best. Seconda volta, quella “divertente”, inizio del 2021: ‘Spare Ribs’? Disco bomba, a cui avevo dato zero perché l’Italia non era contemplata nel loro tour. E, secondo me, era un GROSSO problema. ‘UK Grim’, o comunque questi (circa) due anni tra un lavoro e l’altro, mettono le cose a posto. Quest’estate, infatti, gli Sleaford Mods passeranno dalle nostre parti, a Torino per il Todays Festival. E non poteva che essere così. Buona notizia. Finalmente qualcuno ci reputa “pronti”. In questi (circa) due anni Amy Taylor e gli Sniffers sono passati qui in periferia da (grossi) headliners. In questi (circa) due anni Billy Nomates, più in piccolo, ha messo a ferro e fuoco il Magnolia. Insomma. L’indotto, cioè chi ha collaborato con i “ragazzi, funziona. Chiaro che la proposta degli Sleaford Mods è MOLTO più difficile. Non sono punk. Non sono indie. Non sono “elettronica”. E non sono neache hip hop. Con due aggravanti. Uno. La favella di Jason. Che richiede un buon livello di conoscenza dell’inglese. Due. Cazzo se sono fighi! E cazzo se sono di sinistra! Cattivi. Di sinistra. Fighi. Essere fighi e “barricaderi”? In Italia è impossibile. Comunque. Speriamo che questa data porti a qualcosa di buono, anche dalle nostre parti. Ma, come mi ricorda “X” degli “Y”, dobbiamo parlare di musica, non di immagine. Se parliamo di immagine, parliamo del nulla (se non si fosse capito, qui a Salad Days contestiamo questo concetto con tutta la nostra forza: se parliamo di immagine parliamo di TUTTO!). E musica sia. Come ci spiega bene Ronco in una delle sue ultime ‘In Rock We Trust’, gli Sleaford Mods, NEL BENE, alla fine fanno sempre lo stesso disco, con alcune variazioni sul tema. Aggiungo: come i Ramones. Il passaggio da ‘Spare Ribs’ a ‘UK Grim’? Come il passaggio da ‘Too Tough To Die’ a ‘Animal Boy’. ‘Spare Ribs’ era un concentrato di sing along, manco fossimo a NYC coi Gorilla Biscuits. ‘Too Tough To Die’ era una dischiarazione di intenti. Un dito puntato: “occhio, che noi spacchiamo”. Dopo una roba del genere, difficile ripetersi. Infatti i Gorilla Biscuits ne hanno fatto SOLO UNO di album perfetto. Infatti ‘Animal Boy’ non splende nella discografia dei fratellini, ma rimane comunque un buon disco con almeno un paio di OTTIMI pezzettoni: ‘Bonzo Goes To Bitburg’ e ‘Somebody Put Something In My Drink’. ‘UK Grim’ non splenderà (secondo me) nella discografia del duo, ma rimarrà comunque un buon disco con almeno un paio di OTTIMI pezzettoni: ‘Right Wing Beast’ e ‘So Trendy’ (nomen omen, con la collabora di Perry Farrell… avete capito bene). Se ricordate, con ‘Animal Boy’ i Ramones sono stati criticati per l’annoso problema (in quel periodo storico) della presenza dei sintetizzatori, piuttosto che per una produzione con un approccio più “pop” del solito. Non era la prima volta. Ma è cosa nota che Johnny si lamentò di quell’apertura… di quella “stortura”. ‘UK Grim’ è un po’ così. Non è dritto come ‘Spare Ribs’. Per niente. Andrew accelera (spesso) i suoi beats verso sensazioni molto drum’n’bass (vedi ‘Force 10 From Navarone’), per poi rallentare il tutto, quasi fossimo in Giamaica (vedi ‘Smash Each Other Up’). ‘UK Grim’ è un po’ così. Non è dritto come ‘Spare Ribs’. Per niente.
(franz1972)

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