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Salad Days Magazine | November 22, 2024

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SLEAFORD MODS ‘ALL THAT GLUE’

SLEAFORD MODS ‘ALL THAT GLUE’
Salad Days

Review Overview

7
7
7

Rating

SLEAFORD MODS
‘All That Glue’-CD
(Rough Trade)
7/10


Per mia politica non recensisco i ‘Greatest Hits’. Faccio volentieri un’eccezione per i Beastie Boys, visto che alla domanda “qual è il gruppo che più ti rappresenta, Franz?”, risponderei, dopo qualche secondo di pensieri: “Beastie Boys”.

Tranquilli… non sono diventato matto! Ne’ sono tipo da copia e incolla. E’ che quel mio incipit è perfetto pure per gli Sleaford Mods! Ma, al contrario di ‘Music’ dei nostri newyorkesi preferiti, ‘All That Glue’ mi capita per le mani al momento giusto. Reduce dalla visione di ‘Famoso’, epopea del nostro eroe Sfera e della sua crocchia (know your enemy), ho passato qualche giorno veramente scoraggiato (uso tutto il mio vocabolario per trovare un sinonimo “gentile”). Cosa mi ha tanto colpito in quella storia? Il contrasto tra le strade di ‘Ciny’ (per inciso, un signor pezzo) e la casa di Steve Aoki (vedete il film, e capirete). Avevo quindi bisogno di una bella dose di realtà, sporcizia e cinismo… roba oramai rara come i tartufi bianchi. E mi sarebbe piaciuto avere un confronto nello stesso campionato, quello che Alberto Campo chiamerebbe “urban”. Fortuna vuole che ‘All That Glue’ fosse passato (giustamente, visto che di raccolta si tratta!) inosservato dalla redazione di Salad Days. Quindi riprendo in mano il tutto, ed eccomi qui. L’unica pecca di questa raccolta? E’ molto dettagliata, forse troppo lunga. Di questi tempi, veloci e superficiali… capisco che qualcuno potrebbe storcere il naso e aspettare il nuovo album (sarà una bomba, a giudicare dal singolo ‘Mork n Mindy’). Per il resto, il solito concentrato di attitudine. Tutto è naturalmente figo. La grafica (Duchamp se la sta ridendo). I testi; da buon hardcore kid, non sono un grande fan delle parole. Per me contano messaggi e presenza… vedo la voce alla maniera di Patton (e non lo dico a caso): uno strumento come gli altri. Ma Williamson è Maradona quando scrive (BTW, guardatevi i loro tweet alla scomparsa del Pibe: massimo rispetto). Un testo uno. ‘T.C.R.’: affronta “all’inglese” il tema dei figli che ci invecchiano prima del famoso monologo del nostro Mattia Torre, reso virale dal buon Mastrandea. Un pezzo uno. ‘Jobseeker’: nella definizione del sistema di riferimento entro cui si muove Fearn, si spendono molte parole sul post-rock o sulla new wave. Io ci vedo molta più drum’n’bass. Godo… e quando parte ‘Jobseeker’ vorrei ballarla ora. Tornando a ‘Famoso’, a Aoki e all’EDM: Fearn mi riconcilia con il ruolo del “Beat Maker”. Non c’è un giro, e dico uno, che non spacchi: se gli Sleaford Mods facessero due passi a ‘Ciny’, la gente scapperebbe, non loro. Massimo rispetto.
(franz1972)

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