Slapshot / No Restraints @ XO Pub, Magenta (Mi) – recap
Citando un mostro sacro della scrittura tutta, purtroppo scomparso pochi giorni fa: ingrato il compito dello “scriba” quando deve parlare di Jack Kelly e della sua crocchia bostoniana, gli Slapshot.
Cazzo, cosa devo inventarmi riguardo ad un gruppo in giro per festeggiare i 35 anni (in realtà ricorrenza postuma, visto il COVID) di ‘Back On The Map’, e non dovrei dire altro. Cazzo, cosa devo scrivere che non è già stato scritto di “Choke”, della scena bostoniana, e del loro modo “In Your Face” di essere straight edge. Boh? Ci provo, un po’ così, a caso.
Uno, metto in allegato la scaletta del concerto, così sapete cosa vi siete persi.
Due, aggiungo che sono rientrati per un encore di una decina di minuti, ma qui non vi dico altro, così imparate (i milanesi) ad essere andati alla fiera del design!
Tre. E’ verissimo quello che ho letto da Alberto Flamingo Records in risposta ad una foto del buon Paolo Merenda (presente) con Choke: “sembra il mio amico pizzaiolo”! Come molti fanno in tour, anche Choke ha unito l’utile al dilettevole, e quindi ha messo un tatuaggio
“pomeridiano/italiano (pavese, mi sembra di aver capito)” sulla sua testona. Tatuaggio… protezione… improbabile fasciatura che gli dava
proprio quelle sembianze… quelle di un “Guido” qualunque. Insomma. Uno dei nostri.
Quattro. Quando Rollins citava le sue influenze, mi ricordo che parlava dei Lurkers, cazzo, dei LURKERS (piuttosto che di quell’ondata Oi)! No fronzoli, no bullshit, no fighetti, pochi cazzi, pochi accordi: “In Your Face”. Se devo pensare al gruppo che ha realizzato alla perfezione quello che Rollins pensava, penso agli Slapshot. Penso a ‘Step On It’. Ed infatti non mi sembra di aver visto qualcuno di Radio
Raheem questa sera.
Cinque. Audience trasversale, in gusti, età (ed anche provenienza). Ho visto (faccio il milanese, per comodità) gente (ex) Product (per i fuori zona: il braccio armato, i militanti della Milano straight edge di fine ‘90), piuttosto che (ex) Cain (sempre per i fuori zona, (tra) i massimi esponenti della Milano hate core, e quindi quel tocco di metal che a noi vecchi piace, cazzo se piace). Ho visto tanti reduci degli anni ’90, compreso qualcuno della mitica crew di San Donato… il seguito dei Reality, per intenderci: quelli che quando li vedevi arrivare ai Sottopressione “avevi un po’ paura”.
Sei. Sorry, mi stavo “scaldando” e quindi dimenticavo l’ottimo gruppo di spalla, i No Restraints da Vercelli. Bel tiro, bei pezzi, album da poco uscito in vinile. Cover Cro-Mags. Cover (LA cover) Iron Cross. Chiarissime le coordinate.
Sette. Gli Slapshot/Choke che coverizzano/canta ‘Big Mouth Strikes Again’ degli Smiths/Morrissey: UNBELIEVABLE. La band/il frontman più (apparentemente) macho (core) che coverizza il gruppo/il cantante più (apparentemente, viste le ultime derive) gay friendly! Pazzesco. Sta di fatto che quel testo è molto “In Your Face”. Sta di fatto che uno degli inni di quella scena si chiama ‘Big Mouth’, ed è dei Gorilla Biscuits. Ripeto. Piaccia o non piaccia (ed io sono “piaccia”), un gran momento. Sono quei concerti che ti lasciano tanto, in sensazioni, ricordi, pensieri. Roba che continua anche il giorno dopo. Come si fa a non sorridere, oggi, quando su YouTube leggi: “ed ora vogliamo Morrissey che canta ‘Chip On My Shoulder’!”.
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