Silverstein ‘This Is How The Wind Shifts’
Review Overview
7
7SILVERSTEIN
‘This Is How The Wind Shifts’-CD
(Hopeless)
7/10
Dopo quella specie di esperimento commerciale che era ‘Short Songs’ (un po’ set acustico, un po’ cover-album), i Silvestein tornano al disco in studio nella formula più classica, non pensando neanche per un momento di cambiare qualche virgola al loro sound. La band originaria dell’ Ontario continua ad abbracciare un emo-core dalle tinte abbastanza adolescenziali, quindi, colmo di svenevolezze romantiche, che si insinuano in strutture espressive mai semplici e immediate, anche complesse e articolate, ma che cercano continuamente l’inevitabile sbocco melodico. Con ‘This Is How The Wind Shifts’, inoltre, il quintetto canadese affronta la inevitabile prova del concept in una prospettiva alquanto originale. Ogni traccia, infatti, racconta la stessa storia in un possibile (alternativo) svolgimento. Come un singolo evento può cambiare il corso della storia, in poche parole. Una specie di “sliding doors” molteplice. In questo modo, se da un punto di vista squisitamente musicale non si presentano particolari novità, da quello speculativo si può quantomeno apprezzare il tentativo di andare oltre. Paul-Marc Rousseau ha preso il posto del chitarrista storico Neil Boshart, ma sfido chiunque ad accorgersene.
(Flavio Ignelzi)
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