Sgurd interview
Gli Sgurd sono il nuovissimo gruppo di Marco Rapisarda (L’Amico Di Martucci, Smart Cops, Ohuzaru, La Piovra, Archaic) e Dudu (Gonna Fall Hard) e sono dediti ad un punk hardcore vecchia scuola alla primissimi Agnostic Front, SSD e DYS. Hanno un 7” appena uscito tramite Adagio830 di Berlino. Punk e vaffanculo … here we go!
SD: Il vostro suono è pesantemente influenzato da gruppi come SSD, DYS e Agnostic Front… Come mai avete deciso di suonare questo tipo di hardcore?
S: Perche´alla fine, quando nel 2013 dai una controllata ai dischi che hai a casa, ti accorgi di quante merdate anni’90, emo, thrash revival, e altra roba che non ascolti piu´. E le vendi oppure le regali… se qualcuno le vuole. Tutto da buttare, a parte dischi che ti hanno segnato per un particolare motivo (colonna sonora di una vacanza, o un gruppo dove ci suonava un tuo amico etc.). Poi pero´ tiri fuori ‘Victim In Pain’, ‘Get It Away’ e altre bombe, che ancora ha un senso ascoltare, e capisci che e´ l’unica musica che ancora ti carica e ti da emozioni.
SD: Le grafiche che avete utilizzato per il vostro 7″ e le magliette sono molto dirette e senza fronzoli. Credete traducano bene visivamente quello che proponete dal punto di vista di suoni?
S: Volevamo qualcosa di classico e diretto. Come avrai capito, non cerchiamo di fare nulla di originale.
SD: ‘The Beginning Of The End’ è uscito sulla tedesca Adagio830, che in passato ha prodotto altri gruppi italiani come gli Holy. Come mai la scelta è ricaduta proprio su di essa? Credete che il vinile possa godere di una migliore distribuzione tramite questa etichetta?
S: Adagio830 e’ parte di un negozio di dischi di Berlino vicino a dove abita Marco, quindi sembrava la scelta piu’ giusta. Robert (il boss dell’etichetta) e Marco sono buoni amici e lavorano pure in altri progetti assieme.
SD: Gli Sgurd hanno al loro interno ex membri di gruppi come Gonna Fall Hard, La Piovra, L’Amico Di Martucci, ecc. Credete che l’aver suonato in altri gruppi in precedenza vi abbia favorito nel costruire i pezzi? Quanto dei vostri ex gruppi possiamo ritrovare negli Sgurd?
S: Non so se questo abbia aiutato a scrivere i pezzi… tutto il disco e´stato scritto e registrato in meno di una settimana. Certamente l’aver suonato in altre bands influenza la stesura di un pezzo, ma comunque facciamo qualcosa di diverso rispetto ai gruppi in cui suonavamo, quindi e´come ricominciare da zero.
SD: Il combo si divide tra Berlino e Venezia… Questo potrebbe portare a problemi nel riuscire a suonare dal vivo? A vete in programma altre date oltre a quelle divgennaio?
S: A febbraio saremo occupati con altri progetti, ma da Marzo in poi cercheremo di suonare il piu’ possibile, Italia e estero.
SD: Il primo lavoro degli Sgurd è uscito su 7” e su cassetta. Il 2013 ha visto il ritorno prepotente di questo formato in ambito hardcore. Come mai secondo voi? La cassetta è uscita come vostra autoproduzione limitata in 100 copie… Come mai avete optato per questa scelta?
S: Vendiamo piu’ cassette che vinili. Se vuoi avere un mangiacassetta decente, su ebay con 20 euro te la cavi, ma non un giradischi. il vinile poi, pur essendo il top dei formati, e’molto costoso, le cassette invece si possono produrre piu’ facilmente.
SD: La copertina del vostro primo lavoro immortala un punk molto stile primi anni’80 intento a giustiziare tramite sedia elettrica un boia… cosa rappresenta? Oppure è meglio lasciare un alone di mistero? Avete partecipato tutti nel processo creativo dell’artwork oppure avete lasciato mano libera a Marco?
S: Il tizio di New York che ha fatto la copertina, disegna spesso gente e punx giustiziati da boia. Allora gli abbiamo chiesto se per una volta tanto potevamo far “vincere” il punk. Poi e´un messaggio politico contro la pena di morte nel mondo. Ma ovviamente non e´vero, non c’e’ nessun messaggio politico nella copertina. O forse si?
SD: Alla luce delle vostre esperienze come giudicate la scena hardcore italiana dei nostri giorni? I primi anni 2000 sono solo un pallido ricordo per ciò che riguarda gruppi, concerti e situazioni?
S: Io vivendo a Berlino non vado spesso a concerti in Italia, ma da quello che mi dicono in molti, la situazione e’ migliorata, un sacco di gente va ai concerti e si diverte. Poi sinceramente non so se effettivamente questi ultimi comprano dischi e supportano le bands o partecipano al concerto solo per “fare serata”. Negli anni in cui giravo io, in Italia si vendevano piu’ maglie che dischi e questo sicuramente vuol dire qualcosa. Gruppi, di sicuro, ce ne sono meno, e purtroppo vedo ancora questa barriera tra punk e HC, che non dovrebbe esserci, ma oramai me la vivo e basta, non lamentandomi ma cercando invece di cambiare questa cosa… anche se ancora non so come.
SD: Confessiamo che quando abbiamo saputo di questo gruppo ci siamo un pò meravigliati, visto che comunque alcuni componenti ci sembravan usciti un pò fuori dal giro impegnati in altri ambiti musicali e con la propra vita privata… cosa vi ha spinti a buttarvi ancora nell’hardcore?
S: Invece mi sa che da noi dovevi aspettartelo. Guarda che abbiamo 30 anni, mica 80. Fuori dal giro, in che senso? Chi e´ancora “nel giro”? Da quando abbiamo cominciato a suonare (1995), non ci siamo mai fermati. Ma appunto, credo che questo dipenda per la solita questione della differenza tra punk e HC in Italia, che ancora non condividiamo.
SD: L’hardcore ha ancora qualcosa da dire ai giorni d’oggi? Ve lo chiediamo perchè siamo praticamente tutti coetanei e molto spesso ci capita di sentire che si stava meglio prima…
S: Non si stava meglio prima, non si e´mai stati bene. Per noi e´sempre stata una forma di ribellione, legata ad un disagio o alla voglia di spaccare tutto e sfogarsi.
SD: L’hardcore intenso come attitudine quanto ha influito sulla vostra vita di tutti i giorni e, per chi come Marco, continua a muoversi all’interno dell’ambiente musicale anche se non prettamente hardcore?
S: Ok, siamo arrivati quasi alla fine dell’intervista, e sto cercando in tutti i modi di non usare il termine “hardcore”. Sinceramente, questo termine non l’ho mai usato, o comunque ho sempre cercato di evitarlo il più possibile. Per me gli Sgurd fanno punk. Stessa cosa vale per tutte le bands con cui ho suonato. Punk. DIY. E ovviamente ha influito e influisce ancora nella vita di tutti i giorni.
SD: Finito. Aggiungete pur ciò che volete. Grazie!
S: Qui potete scaricare l’ EP degli SGURD: http://sgurd.bandcamp.com e qui potete contattarci: sgurdsgurd@gmail.com
Le solite raccomandazioni: venite ai concerti, divertitevi, basta farsi seghe mentali su tutto… non mangiate il pesce che viene dal Pacifico, e’ radioattivo al 100% e se lo mangiate morirete tutti.
(Txt by Marco Pasini; Pics Rigablood x Salad Days Mag – All Rights Reserved)
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