Salem’s Bend ‘Salem’s Bend’
Review Overview
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7Salem’s Bend
‘Salem’s Bend’-CD
(Ripple Music)
7/10
I Salem’s Bend sono un trio di Los Angeles e basterebbe questo per definire la loro identità artistica. Nel loro sound si percepisce immediatamente l’influenza della California, con i suoi suoni 70s, pieni di quel doom sabbathiano ma inevitabilmente più sporco, fatto di riff solidi, pesanti e assoli heavy. Chitarre blues distorte che tuonano. Così come solo gli americani sanno fare. L’album omonimo di debutto però non è solo un tributo all’hard rock degli anni ’70, anzi, è un disco pieno di sperimentazioni psichedeliche, come nella traccia ‘Silverstruck’, dove l’intermezzo è un’armonia di chitarre lisergiche, che chiudono il brano con toni oscuri, quasi d’oltretomba. Inutile però non buttarli dentro il girone hard rock americano, marcio e figlio degli MC5, come nel brano ‘Losing Sleep’, dove, anche la voce, continuamente incalzante, segue le chitarre ruggenti e tirate ed i ritmi veloci e dinamici. C’è un’altra anima dei Salem’s Bend, che si contrappone a quella più sporca, ossia quella mistica e psichedelica, che intervalla continuamente gli assoli di chitarra a metà tra Tony Iommi e Wayne Kramer, ed è proprio questa identità parallela che rende il sound del trio californiano estremamente dinamico, energico e mai scontato. I continui stacchi psichedelici e la voce pulita sono in perfetto equilibrio con la linea stilistica più heavy che percorre l’intero disco. L’album si chiude con una traccia lunga 6 minuti ‘A Tip Of Salem’: lenta, psichedelica, doom, che racchiude il suono e l’ attitudine dei Salem’s Bend in maniera incisiva; ed infine, ciliegina sulla torta, assolo di batteria in pieno stile John Bohnam, accompagnato da chitarre acide, veloci ed alienate. Alla fine “we play rock n roll” come diceva il Signor Kilmister.
(Valentina Vagnoni)
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