Sacrilege ‘Behind The Realms of Madness (Reissue)’
Review Overview
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9SACRILEGE
‘Behind The Realms of Madness (Reissue)’-LP/CD/Digital
(Relapse)
9/10
Se volete conoscere l’origine della fusione tra il metal e il punk, dovete obbligatoriamente passare per il debutto del 1985 degli inglesi Sacrilege (uscito in America per una certa Pusmort Records, di un certo Pushead). Certo, anni prima gruppi come Discharge, Amebix, Extreme Noise Terror avevan intrapreso questo cammino, ma credete a me, il vero connubio tra due generi diametralmente opposti, sta tutto qui. Capitanati dalla bionda Linda “Tam” Simpson, i nostri fondono la violenza del punk inglese con la ferocia e la precisione dell’allora nascente thrash metal. I pezzi sono di una violenza e brutalità che ancora oggi fa scuola, e hanno quel retrogusto di decadenza e grigiume che solo i gruppi provenienti dall’Inghilterra hanno. Un riffing di chiara ispirazione thrash (qualcuno ha detto Metallica, ‘Kill Em All’?) si fonde alla perfezione con una sezione ritmica punk fino al midollo, capace di brucianti cavalcate ma anche di mortali mid tempo spacca collo. Su tutto troneggia la voce di Tam, ugola scrtavetrata e imbastardita, che declama testi contro tutto e contro tutti. Quello che mi affascina ancora a distanza di anni da quando ho cominciato ad ascoltarli, è il fatto che pur se è stato registrato qualcosa come 30 anni fa, questo disco risulta ancora fresco e molto attuale. Le soluzioni adottate sul piano della costruzione dei pezzi sono un vero culto per chi, come me, va pazzo per questi suoni. Soluzioni che hanno fatto la fortuna di gruppi come Toxic Holocaust, Midnight e tutti quei combo della nuova ondata punk metal. I brani che compongono questo album non hanno nessun tipo di cedimento, ma anzi, sono l’ideale per fracassarsi il collo in un headbanging furioso. Il fatto poi che vi sia una forte componente punk, conferisce al tutto quell’alone di sporco che rende queste canzoni semplicemente immortali. Relapse ci regala la ristampa di questo capisaldo della musica estrema, con 7 bonus track (tra cui un paio di live), il tutto rimasterizzato senza però snaturarne l’originaria genuinità. L’unico appunto? L’aver ridisegnato la cover, che è semplicemente orripilante. L’originale era tutta un’altra cosa. In conclusione, indossate i vostri jeans neri attilati, rispolverate le vostre sneaker alte, mettetevi il vostro chiodo o giubbino di jeans toppato e godetevi questo capolavoro assoluto.
(Marco Pasini)
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