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Salad Days Magazine | November 5, 2024

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RKL ‘LIVE IN A DIVE’ – REVIEW

RKL ‘LIVE IN A DIVE’ – REVIEW
Salad Days

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RKL – ‘Live In A Dive’-LP – (Fat Wreck) – 10/10

Questa è l’uscita definitiva della serie ‘Live In A Dive’. PUNTO. Non essendo un professionista potrei finire qui. Ma, frequentando tanti regaz in questi ultimi due anni, ho imparato l’importanza della spiega: cerco di smorzare i miei angoli e aggiungo qualche argomento per supportare lo statement là sopra. Qualcuno di voi lo saprà. Qualcuno no. Comunque ci siamo inventati questa selezione di vinili a due, io e Gianluca Mariani. Quali sono le regole di “Banned in Lambrate”? (il titolo rip off in pieno stile SpaghettoChild che abbiamo dato alla serata). Prima di tutto: solo vinili, come diceva Claudio. Secondo: preferibilmente punk/hc. No problema se c’è da mettere più di un pezzo dallo stesso disco. No problema se c’è da mettere più di un pezzo dello stesso gruppo. Se è roba figa, la mettiamo. Statistiche della prima serata. Tre pezzi dei Beastie Boys (due dallo stesso disco). Due pezzi per Bad Brains e Cro-Mags (dallo stesso disco). Due pezzi degli RKL. Lui ha messo ‘Scab On My Brain’. Io ho messo ‘Break The Camel’s Back’. Tutte e due sono incluse in questo live (prima che mi scordi, è dell’89), e tutte e due sono nel lato A.

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Sapete cosa impressiona di questo disco? Sapete cosa impressiona degli RKL? Girate il vinile, e sentitevi il lato B. Dopo un lato A con i loro due pezzi (per noi) più rappresentativi, uno si aspetterebbe (solo) una ventina di minuti di “gran mestiere”, con magari un momento di “calando”, ed un gran finale. Niente di tutto questo. Il lato B di ‘Live In A Dive’ è come i maratoneti di oggi, quelli che corrono i secondi 21 km più veloci della prima metà. Per i tecnici, per chi corre, il lato B di ‘Live In A Dive’ va in negative split. Parte ‘Blocked Out’ e tra accelerazioni, virtuosismi, due chitarre (vi devo dire chi è uno dei founding members degli RKL, ora nei Lagwagon?), un basso (Joe Raposo pure lui ora a pianta stabile nei Lagwagon, ndr) che il prossimo che mi dice “come FLEA non c’è nessuno, quanto sono fighi i Red Hot” gli tiro un pugno in faccia… soprattutto, nel’89, on top c’era la batteria del povero Richard Manzullo (ai tempi la vera e propria driving force behind). Se “Bomer” (questo era il suo nickname) fosse ancora vivo, il buon Saini ne avrebbe già fatto 20 video… comunque mi sono perso! Parte a razzo ‘Blocked Out’, si passa ai 30km con ‘Rock’N'Roll Nightmare’, e si taglia il traguardo con ‘Ded Teds’, miglior prestazione dell’anno! Aggiungete la grafica iconica di Dan Sites. Mettetici pure l’attitudine cazzona (che significa farsi un tour europeo -mai portato a termine- in un furgone senza finestrini -modello autocarro- perdendosi nella penisola iberica al seguito di improbabili mareggiate -sì surfavano e skateavano i ragazzi- e coltivazioni più o meno illegali), ma loro erano così bravi che piacevano anche ai duri e puri, agli straight edge e non sto scherzando. Li ho visti (se ho ricostruito giusto) nel’95, al Bloom. Comunque sia era il tour di ‘Riches To Rags’. Non c’era più “Bomer”, sostituito (se mi ricordo bene, ok?) da Dave Raun (anche lui nei Lagwagon da tempo). Era come vedere i Lagwagon con Sears alla voce (e la seconda chitarra di Barry D’Alive). Concerto indimenticabile, concluso con Sears che sbocca sulle assi del palco del Bloom, portandosi a casa le ultime due/tre canzoni per miracolo. Non eravamo tanti al Bloom, quel giorno. Ma avevamo fatto bene: anche Sears, qualche anno dopo, pagava il prezzo dell’attitudine cazzona di cui sopra. Sarà come ‘Made In Japan’. Nell’hardcore punk, dall’uscita di questo ‘Live In A Dive’, ci sarà un prima ed un dopo.
(franz1972)

Tracklisting
1. Lies
2. Beautiful Feeling
3. Break The Camel’s Back
4. Hangover
5. Coming Home
6. Lay Your Weapons Down
7. Scab On My Brain
8. Drink Positive
9. Tribute To The Jester
10. Blocked Out
11. Rumors
12. Life In A Bottle
13. Meltdown
14. Rock N Roll Nightmare
15. Pothead
16. Why?
17. Ded Teds

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