Ringworm ‘Snake Church’
Review Overview
9
9RINGWORM
‘Snake Church’-LP
(Relapse Records)
9/10
Annichilente. Ecco cosa è l’ottavo capitolo della discografia dei leggendari Ringworm. Al pari degli Integrity, i nostri hanno costruito attorno a loro stessi un’aurea mistica e misteriosa, immolandosi al culto Holy Terror. Questo nuovissimo lavoro si compone di 12 rasoiate pronte a dilaniarvi la faccia in un bagno di sangue. Hardcore feroce e nero come la morte, che ridurrà in briciole il vostro apparato uditivo. C’è una tale violenza e potenza distruttrice in questi pezzi, un odio così radicato e viscerale, che si può tagliare con un’accetta. Il gruppo di Cleveland si muove sicuro imbastendo un rituale mortale, in cui i brani si susseguono senza sosta, in cui si giunge alla fine davvero stremati e svuotati. Perchè è questo cui mira Human Furnace, fondatore e cantante della band: svuotarvi completamente di qualsiasi sentimento e emozione, rovesciandovi addosso un calderone che pesca a piene mani in quella poltiglia schifosa e maleodorante che è l’umanità odierna. D’altronde, fin dal loro esordio nel 1993 (il meraviglioso e letale ‘The Promise’) i nostri sono impegnati nel dare risalto alla spregevolezza dell’essere umano, al suo essere schifoso e aberrante, decantandone la fine imminente. E coi fatti che si stanno susseguendo in questi giorni, la fine si avvicina sempre di più. Le song che compongono questo disco sono costruite in maniera semplice ed efficace, con il giusto apporto di groove. Il tutto suona diretto e tagliente, forte di una produzione asciutta ma malevole e devastante. I signori del blackened hardcore sono tornati. Inchinatevi.
(Marco Pasini)
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