Reviews update
THEE S.T.P.
‘Success Trough Propaganda’-CD
(Ghoul)
In un’intervista estiva Luca Mattioli aka Metius (www.saladdaysmag.com) me lo aveva anticipato; THEE S.T.P. fanno i dischi quando hanno le motivazioni per farli…ed è stato di parola, assorbita (ampiamente) la fuoriuscita di Steve America (6 corde storica del combo), THEE S.T.P. costruiscono un full lenght micidiale, variegato e distruttivo, forse il migliore della loro carriera. Lo dico subito non sembra il lavoro di chi ha quindici anni di carriera sulle spalle, no questo disco è il risultato vincente di chi si rimette in gioco alla grande, lo fa sapendo di avere buone carte da giocare e non si adagia sulla solita routine del disco tanto per andare in tour. Metius (ascoltare il suo MIXTAPE e capirete cosa ronza nella sua testa) riesce a giocare con la voce come vuole, fa sua ogni tipo di armonia da quella rozza e selvaggia a quella lenta e suadente, c’è da fare il paragone obbligato con Michael Monroe (Hanoi Rocks); troppi al giorno d’oggi sono convinti che per fare r’n’r grezzo basta urlare in un microfono e fare distorsione, no qui c’è la controprova, in quel fottuto microfono bisogna saper cantare e pure bene. Il suo lavoro trova riscontro nel resto del gruppo affiatato, compatto e coeso con l’ingresso del nuovo chitarrista Billy integrato alla perfezione con Casey; l’altra ascia di guerra vede nella coppia CZ e Paul un’affidabile e precisa sezione ritmica. La produzione di Olly (Shandon, The Fire), che prende parte anche come ospite, regala all’album un suono potente, meno grezzo rispetto al passato STP, con molto melodia in più e ricchezza di cori dove trovano spazio altre feature come Urkee T. (Maryslim); il susseguirsi di brani veloci ad altri più improntati alla melodia non toglie ritmo al disco, anzi ne esalta tutto il lavoro dove le rovinose ‘Why Don’t You Ever Smile?’ o ‘Motorcycle Girl’ si scontrano con le accattivanti ‘Doin’The Booga Ooga’ e ‘Here I Stand’, poi impossibile non cantare ‘I Want It Now’ dal ritmo ossessivo che non lascia scampo. Ma più che i singoli pezzi è tutto il platter che non ha punti deboli, con dettagli di songwriting curati in ogni arrangiamento. ‘Success Trough Propaganda’ sebbene siamo solo all’inizio dell’anno si candida come disco guida per questo genere e alza l’asticella del confronto, merito di un gruppo che non si accontenta del compitino da svolgere. Ragazzi è solo rock’n’roll lo sappiamo bene … ma merita rispetto…molto rispetto!
(X-Man)
DEICIDE
‘To Hell With God’-CD
(Century Media)
La domanda è: che fine ha fatto la croce rovesciata sulla fronte di Glen Benton? Perché, a beneficio di chi non ha avuto la fortuna di vivere gli stravaganti anni novanta dei Deicide, il loro bassista/cantante satanista se ne fece marchiare a fuoco una in mezzo agli occhi, annunciando la propria (all’epoca futura) morte nell’anno 2000, a (guardacaso) trentatré anni (e il pezzo ‘Sacrificial Suicide’ faceva riferimento a questo, si diceva). Evidentemente tutto ciò non è accaduto, considerato questo nuovo ‘To Hell With God’ fresco di stampa. L’ho presa alla larga perché parlare dell’ultimo lavoro della band floridiana mi risulta alquanto complicato: è death-metal retrò, possiede strutture vecchie di vent’anni, estremizzazione del thrash in direzione brutality, e solo la produzione impeccabile di Mark Lewis (The Black Dahlia Murder, Chimaira, DevilDriver) riesce a mostrare qualche segno di lucentezza. Lo stile è statico, i testi antireligiosi, il cantato vomitato, le chitarre impazzite. Inutile ribadire che è roba per fan, che a un metallaro giovincello (ce ne sono?) risulter
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