Refused ‘Freedom’
Review Overview
6
6REFUSED
‘Freedom’-LP
(Epitaph)
6/10
Insomma, alla fine ce lo dovevamo aspettare. Dopo il tour reunion di tre anni fa, i Refused hanno avuto la spinta creativa per pubblicare, quasi diciott’anni dopo ‘The Shape Of Punk To Come’, questo ‘Freedom’, un album difficile da inquadrare, soprattutto perché i Refused di oggi devono fare i conti con i Refused di ieri. Non di ieri ieri, ma di quasi vent’anni fa. E la posta in gioco è alta. Si potrebbe contestare il fatto che ogni album debba essere preso singolarmente e giudicato in maniera totalmente autonoma, ma, anche qui, i nostri ci guadagnerebbero? ‘Freedom’ è un brutto album? Assolutamente no. È un bell’album? Assolutamente no. È un album sufficiente? Assolutamente sì. E poi è inutile che inizi la press release scrivendo “Refused are fucking alive”, quello lo sapevo pure io, senza bisogno di tentare scaldarmi l’animo così. I tre pezzi di apertura, ‘Elektra’, ‘Old Friends/New War’ e ‘Dawkins Christ’ (forse la miglior traccia di tutto ‘Freedom’) sono quelli che sorreggono fino alla fine il giudizio sul disco, con quel fare hardcore e metal alternativo, pestano davvero bene. È sempre presente il pattern di non avere pattern, e calcolare o aspettarsi qualcosa sulla traccia successiva (ma anche le virate all’interno della stessa) è impossibile. Si brancola nel buio più totale. E, appunto, si inciampa su ‘Françafrique’ e ‘Thought Is Blood’, cose troppo funk metal e poca ispirazione. Neanche ‘War On The Palaces’ dà la spinta che serve per rialzarsi, che arriva solo con ‘Destroy The Man’, che, nonostante il coretto femminile che la accompagna, tiene l’orecchio sveglio con quel groove che ricorda i Faith No More; ‘366’ e ‘Servants Of Death’ sono un gradino sotto al triello iniziale, ma offrono qualche spunto avvincente in composizione, chiudendo con una semi-lagna di sei minuti intitolata ‘Useless Europeans’. Ecco qua. ‘Freedom’ dà questo. Ribadisco che non è un brutto album preso in sé, e non è di certo il nuovo ‘TSOPTC’, ma forse neanche ne aveva la pretesa. La vera domanda che viene da porsi, però, è: nel 2015, ne avevamo davvero bisogno? Spero che live siano meglio (unica data italiana 11 Luglio – Rock Im Ring).
(Fabrizio De Guidi, @fabriziodeguidi)
I Refused in copertina di Salad Days Mag #14
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