RED FANG ‘ARROWS’
Review Overview
7
7RED FANG
‘Arrows’-LP
(Relapse)
7/10
Presumo che i Red Fang non abbiano certo bisogno di presentazioni, soprattutto per chi si “ciba” giornalmente di sonorità stoner, heavy psych, sludge, progressive metal ecc… Tutti termini che lasciano il tempo che trovano ma che testimonia come la band di Portland (Oregon) sia in primis difficile da catalogare (e a dirla tutta è un bene) e in secondo luogo che la proposta dei Red Fang riesca a suonare personale e ben distinta nel panorama musicale odierno. Certo, ad essere onesti non ho mai apprezzato il lato “fun” e lo humor demenziale espresso dalla band nei video e nelle foto promozionali, ma ad una seconda lettura potrebbe rappresentare la classica reazione ad una musica che è tutt’altro che divertente e allegra. Sarà che forse Portland è più freak e libertaria della relativamente vicina Seattle (facendo proprio della sociologia spiccia e buttata a caso), ma i Red Fang sono riusciti a prendere il sound grunge meno incline alla melodia e e cacofonico il giusto (i primi Mudhoney, i Melvins più “dritti”) unendolo alla scena di Savannah, ripescando le progressioni metalliche dei Mastodon e affini. Tornando ad adottare in parte le sonorità di ‘Murder The Mountains’, ‘Arrows’ suona sghembo e metallico, martellante e “vizioso”, dove una copertina acida e psichedelica riporta davvero alla mente i Melvins e il loro manifesto poco incline alle catalogazioni. E un pezzo come ‘Fonzi Scheme’, irresistibile e cinematografico episodio dalle mille sfaccettature con tanto di partecipazione del Portland Cello Project (unione tanto bizzarra quanto indovinata), riesci anche a farmi dimenticare che nella mia testa i Red Fang sono dei Black Tusk che ce l’hanno fatta, ed essendo un die hard fan a livello ultrà della sfortunata band di Savannah, è un boccone duro da mandare giù. Visto che del mio tifo calcistico dei Black Tusk penso vi freghi il giusto (cioè zero), tornando ad ‘Arrows’ non è difficile immaginare che il suo ascolto ci accompagnerà per tutta l’estate: del resto la sferragliante “appiccicosità” della band di casa Relapse sembra fatta apposta per essere sparata a mille nelle prossime bollenti serate estive.
(Davide Perletti)
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