Quicksand – Title Fight (21 Gennaio 2013 – Regency Ballroom, San Francisco, Ca)
Ulula di vento umido e freddo fra i palazzi nelle colline di San Francisco annunciano una serata speciale per un grande ritorno sui palchi nord americani di una band mai dimenticata.
Non posso che connettere un’ennesima esperienza culinaria in pieno stile quartiere Tenderloin a San Francisco. Quartiere storico per statistiche negative su crimini e alto concentramento di gangs, da ricordare la storica gang filippina negli ani 70 quando controllava l’intero quartiere. Il mio innocente ristorante cinese vegetariano e’ nel bel mezzo di questo quartiere pieno di attivita’ specialmente di notte, per lo meno Benny Gold entra e esce prendendosi il suo ordine di cinese per la serata da portar via. Dopo qualche numero da sopravvivenza da strada il Regency Ballroom e’ proprio sulla via principale. Il locale, come lo ricordo ancora dall’ultimo show dei Tortoise, ha un entrata ampia con pavimenti di marmo e un atrio per banchetti e bar. Entrando nel salone principale non posso che notare un bellissimo pavimento in legno chiaro e la balconata a ferro di cavallo che fanno da contorno a un concerto di architettura scozzese neoclassica.
Aprono le danze i Title Fight da Kingston, Pennsylvania, con un perfetto mix di Lifetime e Kid Dynamite. Freschi dal loro secondo album su One Side Dummy prodotto da Walter Schreifels intitolato ‘Floral Green’ questi ragazzini rigurgitano tutta la loro energia sul palco davanti a un locale mezzo vuoto. La loro performance risulta un po insicura ma decisamente promettente. Il pubblico per la maggiore formato da teen agers applaude compiaciuto. Appena i Title Fight finiscono di suonare il locale si riempie a fiume di persone che potrebbero far parte di una reunion del liceo classe 90. Alla festa degli over trenta tutti sono invitati e la musica degli Smiths che suona in sottofondo preannuncia l’imminente inizio di Quicksand. I Quicksand sono sempre loro. Salgono sul palco con nonchalance in maglietta a manica corta e jeans, solamente con i loro strumenti. L’impatto sonoro immediato sulla prima canzone e’ unico. La batteria candenzata e profonda di Alan Cage dei superbi Beyond e innovativi Burn costruisce lo scheletro di quella potente e complicata trama di chiattarre che forma la stoffa per i Quicksand. Walter ballando sulle parti soft di Delusional e apostrofando il pubblico con immensi sorrisi decisamente comunica affiatamento con il resto del gruppo e una genuina voglia di suonare ancora con questo immutabile progetto musicale. Tom Capone con la sua semplice ma basica presenza sul palco cadenza accordi di Backward alla perfezione, ricordandomi quei momenti qualche mese fa, quando suono’ con Bold al festival della Revelation Records a Los Angeles e quella foto nel retro della copertina del primo Shelter. Dall’altra parte del palco il bassista Sergio Vega che con un suo progetto solista propose un tour americano suonando con il chitarrista di Orange 9mm e Helmet, ora suona ancora quel meraviglioso basso fender con una grazia e professionalita’ uniche. Canzoni come ‘Landmine Spring’ e ‘Blister’ lo fanno saltare e correre avanti e indietro cone una cavalletta.
Il merchandise proposto da Quicksand e’ costoso, felpa zip e una maglietta la cui grafica e’ curata dal fotografo, artista e skater Ed Templeton e poster limitati. Tornando alla musica, devo ammettere che la loro performance e’ stata una delle migliori e piu’ affiatate che possa ricordare in anni. La band mostra chiaramente di aver voglia di suonare da come Walter apostrofa il pubblico menzionando il fatto che finalmente la band e’ ancora assieme. Una cover ci voleva, e neanche farlo apposta me lo sentivo, ‘How Soon Is Now’, degli Smiths. La canzone e’ piu’ che rivista, modificata per adattare l’impatto sonoro che Quicksand vogliono rappresentare con il loro stile di chitarre, ma ancora tutto il succo c’e’ e risulta piacevolissima. Da notare che Sergio Vegas sostituisce Chi Cheng, al basso con Deftones, in coma da anni in seguito a un incidente in auto. Sergio ha registrato con Deftones ‘Diamond Eyes’ e l’ultimo ‘Koi No Yokan’ e partecipato a tours. Il pubblico che riempie pienamente il locale e’ trascinato dall’esecuzione completa di ‘Split’, ‘Manic Compression’ e una performance immacolata. I Quicksand han messo insieme un tour di un mese che e’ partito da Boston all’inizio di Gennaio per finire al Webster Music Hall a NYC alla fine di Gennaio toccando parte di Canada e centro Stati Uniti fino alla costa californiana, vedendo aprire Single Mother all’inizio, Title Fight e Cymbals Eat Guitars alla fine. Sono sicuro che questo mese e’ stato uno dei piu’ felici per Walter e la sua band. Grande musica fatta da grandi persone senza data di scadenza.
(Txt & Pics by Alessandro Scontrino x Salad Days Mag SF – All Rights Reserved)
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