Purtenance ‘…To Spread The Flame Of The Ancients’
Review Overview
7.5
7.5PURTENANCE
‘…To Spread The Flame Of The Ancients’-LP/CD
(Xtreem)
7.5/10
Un graditissimo ritorno (almeno per me) questo dei finlandesi Purtenance. Il loro debutto del 1992 ‘Member Of Immortal Damnation’ è una rara gemma di perfezione death metal in salsa doom, che custodisco gelosamente nella mia collezione di dischi. Questo ritorno ci riconsegna una band in grandissima forma, quadrata e davvero molto ispirata. Un suono soffocante e abrasivo è quello che troverete tra questi solchi. Tutto lo spirito originario, la forza di un songwriting roccioso e ammaliante, è rimasto intatto pur con tanti anni sul groppone. Non sono molti i gruppi che possono vantare un simile credito, contando che molto spesso snaturano il loro sound perchè non sono in grado di stare dietro a ciò che avevano creato agli esordi. I Purtenance invece sono un gruppo perfettamente in grado di reggere il passare degli anni, conscio dei propri mezzi affilati come lame che vi trapasseranno da parte a parte. L’incedere dei pezzi è maestoso e privo di sbavature, tutto è stato concepito per ammazzare letteralmente l’ascoltatore. Le atmosfere gloomy e funeree sono l’ideale per far da sfondo a queste giornate grigie e nebbiose, in cui il freddo attanaglia lo spirito e la mente. Un growl possente e profondo vi accompagnerà per tutta durata dei pezzi, contribuendo alla tenebrosità che accompagna questo disco. Le chitarre intessono una sequenza demoniaca di riff, pesanti e dall’incedere pachidermico, accellerando progressivamente in un crescendo di distruzione. La sezione ritmica è assolutamente l’incarnazione dell’inferno in Terra: una frustata in piena faccia, tra tempi lenti e martorianti blast beat, vi innalzeranno sull’altare dei martiri da sacrificare alle tenebre. Ogni tanto fa capolino un pianoforte, aggiungendo quel tocco di demenza fuori dal tempo e dallo spazio. C’è una sorta di depressione di fondo che non posso fare altro che apprezzare. La registrazione è cristallina, ma senza risultare “costruita a tavolino”. “Naturale” è il termine che mi piace darle. E’ bello vederli ancora in sella mentre tengono in alto il vessillo del death metal.
(Marco Pasini)
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