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Salad Days Magazine | December 22, 2024

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Psychofagist ‘Songs Of Faint And Distortion’

Psychofagist ‘Songs Of Faint And Distortion’
Salad Days

Review Overview

9
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Rating

PSYCHOFAGIST
‘Songs Of Faint And Distortion’-CD
(Fobofile Prod/Memorial Records)
9/10


Ormai voi lettori di Salad Days li conoscete benissimo i Psychofagist, sapete di che pasta sono fatti e di come l’isterismo cronico che li attanaglia da anni stia prendendo sempre più il sopravvento. Poi un fulmine a ciel sereno: ‘Songs Of Faint And Distortion’, qualcosa che nessuno si aspettava, forse nemmeno loro stessi. Ma andiamo con calma: 2009 ‘Il Secondo Tragico’ ossia la rappresentazione massima di ciò che il grind poteva avere nell’ anima di questi tre musicisti. 2012 ’9 Psalms Of An Antimusic To Come’ split dove i poveri Antigama sono stati spazzati via senza ritegno… e il bello è che loro erano una band Relapse… Loro. 2012 ‘Unique.Negligible. Forms’ ovvero “che facciamo questo weekend?! Facciamo un sette pollici?!”. Sui risultati ottenuti date un’occhiata alle recensioni in Rete. 2013 ‘Songs Of Faint And Distortion’, l’anno zero degli Psychofagist. Basta parlare di grind, di noise, di math e qualsiasi altro stupido genere, il compito di Sarino e soci oggi è un altro: destabilizzare. Come?! Innanzitutto chiamando alle armi chi del caso ha fatto la propria arte, i cechi Napalmed (gente seria, mica si scherza qua) e dando loro l’infausto compito di rendere ancor più intransigenti le composizioni pensate per questo disco. Non osiamo immaginare come fossero i brani nel loro stadio iniziale, ma sicuramente ciò che è stato inserito in questo nuovo capitolo discografico è sinceramente qualcosa che va oltre il pensabile. L’elettronica ha reso i Psychofagist qualcosa di difficilmente catalogabile, alcuni parlano di avantmetal, ma in fondo qualcuno ha ben chiaro cosa sia sto avantmetal? Io sinceramente no. Se è un modo per dire che è gente “avanti” ok, mi piace. Se è un’etichetta cazzuta beh, mi fa ribrezzo (ci sono nomi più carini in fondo no?!). Questo disco mi piace, perché in fondo mostra come questo terzetto nel suo piccolo abbia talento e grande intelligenza, facendo piccoli ma importanti passi disco dopo disco. Qui fondamentalmente si parla sempre di autoproduzione in fondo, senza budget milionari e manager dietro al culo, quindi tanto di cappello. Sul disco penso si potrebbero spendere altre migliaia di parole, ma fondamentalmente la sola cosa che va detta è quella di ascoltare e supportare, specie per gente come voi che cerca in Salad Days qualcosa di fuori dagli schemi. Magari saranno troppo estremi nei modi di fare, ma se parlassimo di forma artistica beh, chapeau. Perché se dopo anni passati a prendere consensi unanimi per il modo di proporre math/grind qualcuno si decide ad andare oltre, la stima se la merita appieno no? E allora forza, andate a sentirveli, magari dal vivo (suonano più date loro che la maggior parte delle band fashion victim in circolazione), dove i Psychofagist mostrano il meglio di sé. Sempre più duri, avanti così ragazzi.
(Arturo Lopez)

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