POP PUNK.IT Spring Fest – recap
In mezzo all’organizzazione di questo fest, oltre alle agenzie di booking Hellfire e Thisiscore, ci sono anche i ragazzi di Pop Punk.it che hanno voluto creare la spring edition di questo festival…
…(già rodato con i Save Your Breath) per dar visibilità ad un sottogenere che negli ultimi tempi sta tornando ad espandersi. Un’ottima occasione per far convivere realtà straniere affermate con quelle italiane più o meno conosciute, quattro gruppi nostrani assieme a tre esteri. Quattro le bands italiane presenti, gli openers Lastime hanno il compito di aprire la serata, nonostante un mix di suoni non proprio ottimale, si fanno notare per una sonorità pop punk classica e collaudata ma che risulta poco banale.
Seguono i Well Planned Attack ed il feeling del pubblico cambia totalmente, questi ragazzi hanno molto seguito, si iniziano a vedere costanti stagedives e agitazione davanti alle transenne. Forse un po’ troppo esagerati i bassdrops, ma il pubblico sembra non preoccuparsene e gradire.
È il momento dei Neveralone: i modenesi danno il massimo sul palco ma forse per l’orario che coincide con quello di cena, il pubblico ritorna lievemente più freddo.
Su altro stile i 4th’n'Goal, bandiera dell’easycore italiana: nonostante la scaletta tagliata dai tempi tecnici riescono a mettere in piedi un ottimo show e chi li ha già visti sa di cosa si parla: tempi veloci mischiati a ritornelli cantabili che entrano immediatamente in testa, il tutto condito dalla simpatia dei membri del gruppo e dal grande seguito dei presenti.
Passando agli stranieri, iniziano i Roam: questi ragazzi inglesi sono giovani, hanno due ep all’attivo e svariati tours sulle spalle. Le canzoni sono molto catchy, ricordano molto i The Story So Far non solo come sonorità ma anche come movenze sul palco (come se non bastasse il nome). Gli viene addirittura regalata dai fan una bandiera italiana col nome della band, che viene esposta con orgoglio durante il live set con la promessa di rifar presto visita al nostro paese.
Tocca poi ai Moose Blood, la band che forse ha colpito di più nella serata: anche loro inglesi ma con uno stile che vira più verso Brand New e Balance & Composure. Mettono energia sul palco e il pubblico li segue e canta con loro, live splendido che fa venir voglia di approfondire la loro musica.
Finale serata con gli statunitensi Man Overboard, che non perdono occasione come ogni volta di ricordare le origini italiane di parte della band. Uno show tecnicamente migliore del’ultima volta che i ragazzi del New Jersey hanno toccato il palco del Live Forum, con tutte le hit necessarie a non deludere il pubblico, ma avrebbero potuto far di meglio come scaletta magari proponendo un paio di pezzi acustici dall’ultimo EP. Una bella giornata (perché il tutto è iniziato poco dopo le 18 finendo a mezzanotte) che ha dimostrato che unità e amicizia in questo genere musicale non sono solo parole da cantare nei testi.
(Txt by Marco Mantegazza x Salad Days Mag)
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