Pig Destroyer ‘Head Cage’
Review Overview
8
8PIG DESTROYER
‘Head Cage’-CD
(Relapse)
8/10
Ascoltando il nuovo album dei Pig Destroyer, ‘Head Cage’, si hanno due sensazioni diametralmente opposte: la prima è quella di avere a che fare con l’ennesimo fottuto capolavoro della band di Washington, la seconda è una sorta di déjà-vu “sonoro”: ascoltare lo stesso album da 20 anni. Ebbene, la prima sensazione è quella giusta. L’album è un enorme mappa piena di step incredibili, accelerazioni e violenti stacchi, riff maligni e distruttivi session di drumming spacca ossa, il tutto colmato dall’insana voce di J.R. Hayes maestro indiscusso in questo settore. C’è da dire che ‘Head Cage’ funziona alla grande grazie anche ad una superlativa scelta di soluzioni multiple che, in brani come ‘Mt. Skull’ o ‘Circle River’ ma anche in ‘The Last Song’, lasciano ancora una volta a bocca aperta sentenziando definitivamente che lo stile dei PD è unico e malsanamente geniale. Forte anche di un’ottima produzione dove i suoni risultano taglienti ma pesanti allo stesso tempo, il suono affonda fino alla fine riuscendo ad imprimere una lacerante ferita. ‘Head Cage’, che dà il titolo al nuovo lavoro, si ispira allo strumento di tortura che spesso veniva usato nel medioevo imprigionando la testa e costringendola a stare immobile, molte maschere erano oltretutto munite di congegni che mutilavano la lingua con aguzzi aculei e con lamette taglienti. Ottimi spunti e argomenti per i Pig Destroyer che tirano furori così più di mezz’ora di tortura musicale per le nostre orecchie.
(Giuseppe Picciotto)
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