OMEN44 ‘YEAR OF THE DRAGON’
Review Overview
7.5
7.5OMEN44
‘Year Of The Dragon’-DIGITAL
(The Plug International)
7.5/10
A distanza di 4 anni dall’album ’7′, lo storico rapper e producer di origine giapponese Omen44, torna sulla scena americana con ‘Year Of The Dragon’, un progetto sonoricamente eterogeneo ma con un bagaglio di contenuti ben precisi nelle rime espresse. Omen44 condivide il beat con altri artisti in quasi tutti i brani del progetto, partendo dalle sonorità drum and bass di Jungle Soldier insieme ai rapper newyorkesi Kool Keith e Craig G e di Righteous insieme all’artista reggae giamaicano Richie Spice, passando per l’elettronica DSMA insieme alla calda voce dell’artista nu soul newyorkese Ida Divine, fino ad arrivare alle principali influenze del progetto in brani dalle sonorità jazz hop come No BS e Dope con il collega giapponese Hiro-a-key. Ida Divine non è però l’unica voce femminile ad impreziosire questo disco con i suoi splendidi ritornelli nu soul, così come Hiro-a-key non è l’unico artista giapponese che vi ha preso parte: nell’intro ‘Catch A Fire’ possiamo infatti trovare il ritornello e la strofa rispettivamente delle newyorkesi T’nah e Chelsea Reject, così come in ‘Idle Mind’ troviamo la partecipazione del rapper Shing02 e del producer Budamunk, entrambi di origine giapponese. Oltre a queste collaborazioni, il vero succo di questo album lo troviamo in episodi dalla grande caratura lirica: impossibile perciò non nominare la presenza del canadese Raz Fresco e di pionieri newyorkesi come Tragedy Khadafi, Big Twins (Infamous Mobb), Rockness Monsta (Heltah Skeltah/Boot Camp Click) e gli Smif-N-Wessun (Boot Camp Click), che in ‘Culture Pusher’, in ‘Plug’ e in ‘The Package’ vanno a incastonare tre diamanti dalle sonorità più classiche sopra ai beat di questo progetto. Tra esercizi di stile pregni di cultura hip hop e barre impegnate, Omen44 con ‘Year Of The Dragon’ esprime così la sua costante lotta contro il sistema, facendo riflettere il suo pubblico su luci ed ombre della società moderna, mentre continua ad aspettare la luce di giorni migliori.
(Diego Montorio)
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