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Salad Days Magazine | November 16, 2024

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Off The Air interview

Off The Air interview
Salad Days

EP di debutto per gli Off The Air, entrati di diritto nel guinness dei primati vista la velocità con la quale a pochi mesi dalla nascita sono giunti alla pubblicazione.

Conosciamoli meglio attraverso le loro parole!

SD: Diciamocelo, la vostra storia è simile a una trama di ‘Fast & Furious’, tanto è vero che in pochi mesi siete nati, dato vita ai primi show e persino registrato un EP. Detto questo, spiegateci bene come si sono evolute le cose!
OTA: Non avremmo mai pensato di riuscire in un’impresa del genere! A dicembre 2012, quando avevamo appena iniziato a intavolare tutte le idee con la nuova formazione, il manager della nostra attuale label ci contattò per sentire a cosa stavamo lavorando. Ovviamente, non avendo ancora niente di registrato abbiamo dovuto fin da subito correre come dei forsennati per avere qualcosa da fargli sentire, ma questo ci ha spronato a tirare fuori il meglio in maniera molto genuina e diretta, senza pensar troppo a post-produzioni, synth e quant’altro.

SD: Il vostro stile ricalca ciò che va per la maggiore in ambito alternative rock oggigiorno: cura della struttura sonora e forte accento melodico. Arrivate da passate esperienze sonore? Come nasce un vostro brano?
OTA: Sebbene 3/4 di noi provengano da un precedente progetto alternative rock melodico con all’attivo un album di 12 tracce, svariati concerti, concorsi, e un tour acustico europeo, i gusti e le scelte musicali in questo gruppo ed EP si sono concentrati prevalentemente sulla ricerca della semplicità e la naturalezza dei pezzi: lo scopo era che fossero belli già suonandoli con chitarra acustica e voce. Ed è proprio così che già stanno nascendo i nuovi pezzi degli Off The Air: spiaggia, sole, e chitarra acustica. In più, cerchiamo sempre nuovi spunti riarrangiando anche delle cover tutt’altro che del nostro genere: infatti, il mese scorso abbiamo pubblicato sul nostro canale YouTube (offtheairitaly), la cover di ‘Thrift Shop’ (Macklemore & Ryan Lewis), successone contemporaneo dalle sonorità tipicamente rap/hip-hop.

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SD: ‘Beyond The Butterfly’ Effect è un punto di partenza piacevole, senza ombra di dubbio. Ma la forma EP è solitamente più easy di quella di un disco di debutto. State già lavorando sul full? Le strade percorse saranno le medesime?
OTA: Al momento della firma del contratto con This Is Core, ci siamo posti come obbiettivo di fare un EP che, senza rischiare troppo tempo e puntando sulla velocità del release, testasse la risposta del pubblico verso il nostro stile. Nel momento della composizione, tra una canzone e l’altra ci siamo già accorti di un certo progresso sul genere, e una volta scartati un paio di pezzi che andavano forse troppo fuori dalla linea dell’EP, è stato un bene doversi attenere al numero di tracce che l’etichetta ci ha chiesto di pubblicare.Ovviamente siamo consapevoli che l’EP è solo il punto di partenza, che aprirà senz’ altro la strada a dei futuri lavori più strutturati, ma probabilmente per una band neonata come la nostra è perfetto per affiancare la composizione dell’album a dei live che in primo luogo ci propongano a dei nuovi fans, e in secondo luogo ci permettano di testare direttamente live i nuovi pezzi per poterli aggiustare in fase di registrazione.

SD: Qual è a vostro avviso il pregio di questo EP?
OTA: Sicuramente il fatto che abbiamo avuto la possibilità di produrlo e registrarlo nel nostro studio, con i tempi che volevamo noi, e tutte le scelte di suoni, arrangiamenti e quant’altro sono state possibili, esattamente come piaceva a noi, direttamente in fase di registrazione. Grazie ad un lavoro così concentrato abbiamo avuto modo anche di legare molto i rapporti personali tra i componenti della band, e questo è una cosa essenziale per la buona riuscita di un obbiettivo comune. Lo spirito di squadra paga!

SD: I testi credo trattino temi personali in prima persona, volete parlarcene?
OTA: Tutti i testi non trattano esattamente temi specifici personali, ma più generalmente abbiamo voluto affrontare tematiche più comuni alla comunità che ci circonda, arricchendoli con i nostri punti di vista e le nostre principali esperienze. Questo permette di non farsi condizionare troppo sulla soggettività data ad un testo, anche se molte volte diventa appunto il punto forte del pezzo. Per questo nel prossimo album punteremo più ad un mix dei due tipi di interpretazione letteraria.

SD: Come ha risposto il pubblico finora?
OTA: La data di debutto (l’unica fatta finora) è stata un gran successo a livello di pubblico! Anche allo shooting del video ‘Unknown’ si è presentato il doppio delle persone che ci aspettavamo. Vuoi perché abbiamo abbinato le riprese in una grande villa ad una festa con tanto di DJ, vuoi perché il bere era offerto, ma il risultato è stato veramente inaspettato.

SD: Visto l’affollamento in Italia di band attinenti al vostro genere, non pensate sia rischioso al giorno d’oggi tuffarsi in ambienti così saturi a livello sonoro come quelli alternative rock?
OTA: Noi non abbiamo scelto che genere fare: suoniamo semplicemente quello che abbiamo dentro, ciò che abbiamo da esprimere. In un modo o nell’altro non ci stiamo quindi tuffando, ma stiamo solamente continuando a nuotare…

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SD: Appena nati siete partiti con una data al New Age di Treviso, niente male per essere solo l’inizio. Come vi state muovendo sotto l’aspetto booking? E’ cosa ardua trovare date in Italia oggigiorno?
OTA: Ovviamente siamo solo all’inizio di questa avventura, quindi partiamo senza troppe pretese di arrivare a toccare il top in altrettanto poco tempo. Di sicuro trovare un’agenzia di booking che ci supporti in questo aspetto sarà una delle nostre priorità, anche se non sarà così semplice. Per questo abbiamo un’ottima label di cui potersi fidare ciecamente!

SD: Sentendo tutti la situazione musicale in Italia è pessima. Voi che siete gli ultimi arrivati, che situazione vedete di fronte a voi?
OTA: Sentendo “tutti” compresi noi? Scherzi a parte molte band negli ultimi anni hanno abbandonato la scena, forse perlopiù per la mancanza di spazi per esibirsi live e dei social network che puntano sempre più alla diffusione di notizie “spot”: in pochi giorni un qualsiasi post/evento sparisce dalle notizie, e tutto questo non aiuta di certo per una buona promozione, che deve andare a puntare quasi all’insistenza, spesso ottenendo il risultato opposto. Riguardo ala scena live, i locali tendono a rischiare sempre meno in serate “underground” favorendo le coverband e/o gruppi di nome, quindi le uniche possibilità per farsi spazio nella scena diventano gli agganci.

SD: Progetti per i prossimi mesi?
OTA: Tante prove, tanti live (riuscendoci), sperando di riuscire a trasmettere qualcosa, e lasciare il segno a chi ci ascolterà!

https://www.facebook.com/offtheairband
Spotify: http://spoti.fi/11yIOD6

(Txt by ARturo Lopez x Salad Days Mag – All Rights Reserved)

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