Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Salad Days Magazine | December 22, 2024

Scroll to top

Top

No Comments

Obscura ‘Akròasis’

Obscura ‘Akròasis’
Salad Days

Review Overview

9
9
9

Rating

OBSCURA
‘Akròasis’-LP/CD/Digital
(Relapse)
9/10


Il ritorno, dopo cinque anni dall’ultimo lavoro ‘Omnivium’, dei tedeschi Obscura è un piccolo gioiellino di progressive death metal. Qualitativamente qui siamo su livelli dell’altro mondo: sono quasi imbarazzanti da quanto sono incredibili nel suonare. Tecnica sopraffina, un gusto per la composizione da veri fuori classe, un gruppo che gioca letteralmente con quanto di più superbo il death metal moderno sa offrire. Un profluvio di riff ispiratissimi, cesellature melodiche, groove mai prolisso. Che dire poi della sezione ritmica? Sebastian Lanser ridicolizza un buon 60% dei batteristi metal in circolazione oggi: un drumming magnifico, tecnicamente mostruoso, in cui il nostro con estrema maestria e naturalezza rifila una serie di funambolismi a base di blast beat, stacchi monumentali, ripartenze brucianti ed un uso del doppia cassa semplicemente perfetto. Un basso corposo, suonato in maniera magniloquente, aggiunge la classica ciliegina sulla torta. La voce di Kummerer è astiosa e arrembante, molto adatta al contesto in cui si muove. Ma torniamo per un attimo al riffing: le chitarre sono semplicemente perfette. Si rincorrono per tutta la durata del disco, in un intreccio maestoso, in perfetto equilibrio tra brutalità e dolcezza. Quando poi Trujillo ingrana con gli assoli non c’è n’è più per nessuno: la stratificazione e la perfezione di esecuzione sono davvero un qualcosa di assurdo. Il gruppo dimostra di saper sapientemente dosare gli elementi migliori del death metal con un certo gusto barocco, fatto di classicismo e infiorettature mai banali ne pesanti. Quello che colpisce di più è l’affiatamento di questi quattro ragazzi: i brani scorrono via senza forzatura alcuna, in un crescendo di estasi e bellezza sonora. Un grande ritorno per una grande band.
(Marco Pasini)

Submit a Comment