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Salad Days Magazine | December 22, 2024

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Obituary ‘Obituary’

Obituary ‘Obituary’
Salad Days

Review Overview

9.5
9.5
9.5

Rating

OBITUARY
‘Obituary’-LP/CD/Digital
(Relapse)
9.5/10


Nel 2017 gli Obituary, leggendaria band esponente di quella scena death metal made in Florida che tanto ha mandato in sollucchero gli ascoltatori di suoni estremi in giro per il globo, se ne escono con un nuovo album e lo chiamano semplicemente ‘Obituary’. Tanto semplice quanto ciò che suonano: death metal, senza tanti fronzoli. Gli Obituary nel 2017 sono un gruppo granitico, in grado di mettere ancora in riga un bel pò di giovani band, soprattutto dal vivo (le ultime due volte che li ho visti live, hanno spazzato via tutto senza fare troppi complimenti). La band dei fratelli Tardy continua a muoversi come un bulldozer, dando alla luce dieci pezzi potenti e ben amalgamati tra di loro. Basta ascoltare l’attacco (e l’”Ugh” iniziale di John Tardy) di ‘Brave’ con i suoi 2.15 minuti di assalto sonoro per capire come i nostri, pur passando gli anni, siano ancora saldamente in sella. L’apporto alle chitarre di Kenny Andrews (entrato nel combo di Gibsonton dal 2012) ha dato una sorta di sferzata moderna al suono dell’obitorio: se da un lato il riffing crunchy del gruppo è immutato, il nostro ha contribuito con assoli maggiormente allungati e tecnici rispetto al passato. Il resto è sempre e comunque garanzia: Peres all’altra ascia è un monolite, il fratello di John (Donald) risulta sempre massiccio nel suo drumming, assassino nelle parti veloci e malato in quelle lente (che hanno reso gli Obituary famosi). Al basso Terry Butler (figura di culto del death metal made in Usa, avendo militato in band del calibro di Death, Massacre e Six Feet Under, ovvero la crema per ciò che mi riguarda) risulta tonante e minaccioso con le sue quattro corde. La voce di John Tardy non perde un’oncia di potenza, avendo acquisito quella maturità timbrica nel corso di decenni e decenni di dischi e live set. Detto ciò, non posso che affermare: welcome back Obituary!
(Marco Pasini)

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