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Salad Days Magazine | November 5, 2024

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NO FUN AT ALL ‘SEVENTH WAVE’

NO FUN AT ALL ‘SEVENTH WAVE’
Salad Days

Review Overview

Rating

NO FUN AT ALL
‘Seventh Wave’-LP
(SBAM)
7.5/10


Per chi come me è stato adolescente negli anni’90 e si è ritrovato ad incrociare lo skate punk e ci è rimasto impantanato fino ad oggi, i No Fun At All sono stati e sono uno di quei gruppi imprescindibili, quelli che assieme a Satanic Surfers e Millencolin tenevano testa al dominio USA del genere. Autori di un trittico di album (‘No Straight Angles’, ‘Out Of Bounds’ e ‘The Big Knockover’) che non dovrebbe mancare in nessuna collezione che si rispetti, i No Fun At All sono passati dalla gloria dei 90s al dimenticatoio della prima decade dei 2000 fino alla rinascita dell’interesse per il genere che ha riportato in carreggiata molte vecchie glorie, grazie a festival come Punk Rock Holiday ed etichette come la SBAM, per cui appunto esce questo nuovo lavoro del quintetto svedese. ‘Seventh Wave’ è il settimo album dei No Fun At All e ci mostra un gruppo che pur non avendo lo stesso smalto degli inizi (dai ragazzi, il tempo passa per tutti) riesce ancora a dire la sua in barba alle mode e ai vari sottogeneri che si sono sviluppati negli anni. Due innesti freschi al basso e alla chitarra ma non aspettatevi rivoluzioni a livello compositivo, il sound rimane quello classico del gruppo. Certo ci sono più mid tempo del solito ma quando pigiano sull’acceleratore non ce n’è per nessuno, con l’indistinguibile voce di Ingemar a farla da padrone, con quelle melodie che solo loro sanno creare. Ascoltatevi pezzi come ‘Tear Me Down’, ‘Dead And Gone’, ‘Time For Devotion’ ma anche pezzi più lenti come ‘Smart You Out’, ‘Everything’s Gonna Be Alright’ e ‘Heart And Soul’ per farvi un’idea del livello dell’album, molto alto a mio avviso. Per molti potrà essere l’ennesimo disco skate punk, per altri potrà essere un tuffo nella nostalgia, quel che dico io è che i cinque riescono ancora a dire loro dopo 30 anni di carriera senza cadere nel ridicolo o arrancare a livello di songrwriting, e scusate se è poco!
(Michael Simeon)

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