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Salad Days Magazine | December 21, 2024

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Nada Surf | Matthew Caws – interview

Nada Surf | Matthew Caws – interview
Salad Days

Ci vogliono pochi minuti per capire che ‘Moon Mirror’, il nuovo album dei Nada Surf uscito il 13 settembre 2024 per New West Records, è proprio ciò di cui i fan avevano bisogno.

Matthew Caws, Daniel Lorca e Ira Elliot sono stati raggiunti dal loro amico e tastierista di lunga data Louie Lino per creare un album che è un tuffo nel passato, uno di quelli che vien voglia di cantare di ritorno da un lungo viaggio. Ne abbiamo parlato con Matthew Caws, mentre si trova a Parigi in occasione del tour europeo.

SD: Fin dalle prime note, l’ascolto di ‘Moon Mirror’ è come un ritorno a casa, in un luogo dove si può essere se stessi. State suonando un nuovo album dopo quattro anni, come vi sentite a riguardo? Anche per voi è come tornare a casa?
NS: “Casa” è una parola interessante e invecchiando il suo significato può cambiare molto. Per me, per esempio, il concetto di casa è diventato più inclusivo: quando si cresce si intende ovviamente lo spazio dove si ha vissuto, poi si hanno esperienze in altre città e luoghi e tutto cambia. Per questo ci si ritrova a pensare che alla fine sia soprattutto ciò che si porta con sé. È un termine, poi, che si lega molto alle relazioni: ci si può sentire a casa quando c’è un buon legame con una persona, ma se ciò viene a mancare la propria casa non è più un luogo sicuro. Tutto ciò ha a che fare, quindi, anche con le amicizie e, nel mio caso, anche con diversi spazi. Casa è la città da cui provengo, New York, e quella dove vivo, Cambridge. E in un certo senso lo è anche il palcoscenico e ciò mi sorprende perché da bambino non me lo sarei mai aspettato. Non partecipavo a recite scolastiche, non volevo stare su un palco di fronte ad altre persone, ma la musica mi è piaciuta così tanto che ho finito per volerla suonare per sempre e oggi eccomi qui.

SD: Le persone tendono spesso a parlare di futuro, di dove si vedono fra qualche anno, mentre nei vostri testi si parla molto di presente. In ‘In Front Of Me Now’ c’è l’importanza di godersi il momento, di evitare di vivere in una situazione mentre se ne sta pensando un’altra (“In the middle of summer, I was Decembering”). La mia domanda quindi è: vi state godendo il presente? C’è qualcosa su cui vorreste concentrarvi di più, nella vostra carriera o vita personale?
NS: Ogni giorno cerco di vivere il presente, in ogni contesto, e di non fare il passo più lungo della gamba. La nostra musica ci porta a essere sempre in movimento, e spero continui così, ma vorrei anche saper trovare il tempo per concentrarmi e fermarmi, in modo da affrontare al meglio il prossimo step. Mi rendo conto che spesso però è difficile: per esempio, non riesco nemmeno a pulire casa senza ascoltare un podcast! Tutta questa disponibilità di contenuti ci ha portato a voler essere sempre intrattenuti e ciò può essere un problema. Per questo sto cercando di pensare giorno per giorno, anche se ovviamente mi piace immaginarci nel futuro mentre suoniamo nuova musica.

SD: Nel singolo ‘Moon Mirror’ c’è tutto il desiderio di sentirsi parte di qualcosa. Anche nei vostri videoclip dell’ultimo album avete mostrato un mondo iper-connesso, ma dove le persone si sentono sempre più sole. Come vi sentite voi, invece, a suonare insieme da più di 30 anni con la stessa formazione?
NS: In effetti è come sentirsi parte di una famiglia, in tutti i sensi. Alcuni giorni sono più facili, altri più difficili, ci si conosce molto bene. Spero che tutti possano provare però un’esperienza simile, non necessariamente in una band ma anche in un team, una squadra. Persino da anziani è possibile se si trova un buon gruppo per giocare a bocce! Per quanto riguarda noi, è davvero molto bello essere così uniti e so che fa molto piacere anche alle persone sapere che suoniamo insieme da così tanti anni. Eppure a volte me ne dimentico, sono così impegnato a prepararmi per un tour o a scrivere una canzone che non mi accorgo del tempo che passa. Un po’ come succede ne’ ‘Il Giorno Della Marmotta’.

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SD: A proposito di film, c’è qualche pellicola che ha ispirato la vostra musica o i vostri videoclip?
NS: Sarebbe impossibile scegliere! Probabilmente abbiamo preso spunto da tantissimi, senza nemmeno accorgercene. Per quanto mi riguarda, amo la scena al chiaro di luna in ‘Walkabout’ di Nicholas Roe: è molto toccante. Mi piace molto ‘Jojo Rabbit’: trovo interessante la sua narrazione del cambiamento, della possibilità di vedere le cose in modo nuovo, fare ipotesi e poi ritrattarle. Altri film per me interessanti sono ‘I 400 Colpi’ di Truffaut, ‘Harold E Maude’ e menzionerei anche ‘Rosemary’s Baby’: adoro questo film fino a quando, però, non diventa un horror.

SD: E per quanto riguarda ispirazioni dal mondo della musica?
NS: Sai, non abbiamo un riferimento specifico quando lavoriamo a un disco. La mia vita da musicista, poi, è molto separata da quella di ascoltatore. Quest’anno, per esempio, sto ascoltando molto i Fairport Convention, musica folk britannica, ma spazio moltissimo anche in altri generi. Mi piace Sylvan Esso, quindi più elettronica, e De La Soul. Mi incuriosisce la musica classica indiana e a casa ascolto soprattutto musica ambient. Il mio pezzo preferito, quello che ascolto di più, è ‘Thursday Afternoon’ di Brian Eno… tantissimi generi differenti insomma! Quando lavoriamo a un nuovo disco, invece, speriamo sempre di risultare in due modi: energici e semplici, come una band che suona in una “cameretta”.

SD: In ‘Second Skin’ vengono citati anche i libri: che rapporto hai con la lettura?
NS: Mi piace molto leggere! Ho letto libri sul self-help, su come comportarsi davvero bene con se stessi e prendersi cura di sé: mi hanno aiutato, sono riuscito a imparare a controllare il mio tempo e avere una direzione. In particolare, in quella canzone si parla del desiderio di andare dritti alla soluzione, senza pensarci troppo. È un po’ come quando si cerca di smettere di fumare: a volte è meglio fumare una sigaretta in meno al giorno, altre volte sarebbe meglio smettere del tutto senza pensarci più.

SD: Abbiamo parlato di musica, film e letture… manca un ingrediente importante per un’intervista italiana: il cibo! Hai un piatto preferito, un comfort food post- concerto? E soprattutto, qual è la tua pizza preferita?
NS: Oh, il mio piatto preferito sono le linguine alle vongole! Mentre con mio figlio ordino spesso una pizza margherita, chiedendo però di aggiungere molto basilico e olio piccante.

SD: Mentre parliamo sei a Parigi, tappa di un tour intenso e con numerose date. Com’è viaggiare così tanto? Vi è mai capitato qualcosa di divertente durante i vostri spostamenti?
NS: Una volta, mentre eravamo in tournée, sono sceso in una stazione di servizio e i ragazzi sono ripartiti dimenticandosi di me. Daniel se n’è accorto solo 10 minuti dopo e sono tornati indietro: mi hanno trovato che stavo già facendo piani per tornare a casa!

SD: Ultima domanda prima di vedervi sul palco di Milano con ‘Moon Mirror’: qual è il ricordo più bello durante la registrazione di questo album?
NS: Eravamo seduti a pranzo a parlare di musica degli anni’80 e Ira ha iniziato a suonare un beat molto semplice. Mentre lo seguivo, ho cominciato a comporre ‘The One You Want’, è stato tutto così veloce. Ci sono voluti forse cinque minuti, non per creare tutte le parole e tutta la melodia, ma parlando di musica siamo riusciti in pochissimo tempo a dare vita a una nuova canzone. È stato tutto molto spontaneo, mi ha sorpreso molto e ne sono stato molto felice.

(Intervista di Nellie Airoldi x Salad Days Mag – All Rights Reserved)

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La band indie rock di New York torna in Italia per un’unica data in occasione dell’uscita del nuovo album ‘Moon Mirror’. Appuntamento al 7 dicembre 2024 al Santeria Toscana 31 di Milano. Opening act: Lowinsky. Biglietti disponibili su Ticketmaster, TicketOne e Dice. In apertura annunciati i Lowinsky, band indie rock vecchia scuola di Bergamo.

NADA SURF
Opening: Lowinsky
7 DICEMBRE 2024
SANTERIA TOSCANA 31 – MILANO
Apertura porte: 19.30
Lowinsky: 20.15
Nada Surf: 21.30
Biglietti in vendita su Ticketmaster, TicketOne e DICE.

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