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Salad Days Magazine | November 5, 2024

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Midrake interview

Midrake interview
Salad Days

I Midrake sono una punk rock band anomala, è difficile dargli un posto di provenienza, i vari membri si dividono infatti tra la Svizzera ed il Colorado, nonostante questa improbabile provenienza geografica e le difficoltà che ne conseguono hanno realizzato nel 2015 un ottimo disco punk rock per la celeberrima Monster Zero Records. Sfrutto il fatto di essere in tour con loro per fargli un’intervista.

SD: Ciao ragazzi, siete un giro nel punk rock da un bel po’ di tempo ma Midrake è un progetto relativamente nuovo, volete presentarvi per chi ancora non vi conosce?
M: Certo, come hai detto tu in modo carino, da un bel po’ effettivamente vuol dire che stiamo andando verso la calvizie. Con il grande vantaggio che ci conosciamo tutti da oltre 15 anni e che abbiamo già suonato insieme in altri progetti, diviso palchi e pavimenti. Eric suona il basso e con lui ho suonato in un gruppo per un decennio, si chiamava the Plus Nomination. All’epoca avevo un’etichetta che si chiamava Floppy Cow Records sotto la quale facevamo anche uscire un gruppo di ragazzini dell’est della Svizzera che si chiamava The Masked Animals, punkrock alla Screeching Weasel e Queers per dire. Il cantante di quel gruppo era Marco, nostro cantante chitarrista. Non sapevo che Marco si fosse trasferito a Berna e ci siamo visti per caso in un locale incontro brevissimo perché lui era già vicino al collasso alcolico. Pero’ in seguito abbiamo deciso di tirare su questo progetto che poi da progetto è diventato il gruppo attuale.

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SD: Come è nata la collaborazione con Chris dei The Gamits, e soprattutto com’è avere un batterista ad un continente di distanza?
M: Per finire la presentazione ovviamente non può mancare Chris, che letteralmente ci ha salvato all’inizio. Praticamente appena deciso di fare il gruppo abbiamo prenotato lo studio di registrazione (questo e i primi concerti li abbiamo organizzati senza avere ne un nome ne una singola canzone scritta). Il primo batterista ci ha mollato un gran pacco poche settimane prima. Da tempo suono anch’io nei Gamits ed ho anche un altro progetto con Chris (Dwayne – Paper + Plastik), quindi inizialmente c’era l’idea di farlo venire per produrre le registrazioni, ma poi visto la mancanza di un batterista ha detto: “Beh, mi devo allenare un po, ma se volete la suono io!”. Ci sballiamo tutti quanti per come va e siamo molto contenti per come si è formato il gruppo! Ovviamente la distanza non aiuta molto, ma ormai ci basta una prova veloce per suonare, quindi Chris viene a suonare quando riesce. Per fortuna lui vola quasi gratis e così è un progetto che ci possiamo anche permettere a livello economico. Sembra tutto impegnativo ma alla fine è più fattibile di quanto si possa pensare! Abbiamo anche un batterista svizzero che si chiama Yannick che ci aiuta per concerti last minute o quando Chris ha altri impegni.

SD: Siete usciti per Monster Zero Records più che una etichetta discografica ormai la si può considerare una grande famiglia?
M: Esatto! Appena formatosi il gruppo abbiamo fatto una gita ad un Monster Zero Mash (che in Italia negli ultimi due anni si è svolto a Bergamo) e visto l’affetto per la musica e la birra per noi era chiaro che la prima copia del disco registrato sarebbe stata mandato alla Monster Zero. Per fortuna il buon Kevin dopo il primo ascolto ci ha dato il benvenuto alla famiglia allargata. Allargata poi in tutti i sensi che oltre alla collaborazione con Kevin e Kim ed i gruppi stessi, la Monster Zero ormai per tante persone ha anche l’effetto “sigillo di garanzia” come magari lo è stata la Lookout per tanto tempo. Tanto che per esempio l’ultimo tour di CJ Ramone aveva come gruppi di spalla quasi solo gruppi Monster Zero!

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SD: Tu Michael giri molto il mondo e spesso sei in Italia, come vedi la scena punk rock nella nostra nazione, come siamo messi in confronto al resto dell’Europa?
M: Direi piuttosto bene e sicuramente in ascesa di nuovo. Abbiamo suonato con un sacco di gruppi fighi in Italia, con la novità che suonano anche bene a livello tecnico e c’è una scena che quando suoniamo ci da sempre un benvenuto affettuoso. Questo risveglio vale anche per me stesso, pur suonando sempre un pò in giro, c’era un periodo in cui mi ci sono voluti un pò di anni per riprendere la grande passione per suonare ed ascoltare il punkrock. Ancora in Italia non siamo ai livelli fine anni’90 / primi 2000, ma a differenza io oggi percepisco anche una mente più aperta rispetto all’epoca, forse più curiosità ed evidentemente più maturità. Anche nell’essere scemi eh! Per esempio noto che chi si sballa prevalentemente più con il classico Ramones-core magari in noi apprezza le cosine che appunto non c’entrano tanto con il genere così amato. Cose che prima erano impensabili hehehe.

SD: Recentemente ho avuto il piacere di stare in giro con voi per alcune date in Svizzera, devo dire che ho visto un’ottima risposta ai concerti punk rock, sono stato fortunato io oppure pare sia un buon momento per il genere nel vostro paese?
M: Fondamentalmente trovo la Svizzera un paese un pò noioso. A viverci si diventa comodi per motivi evidenti, però quando posso far vedere i posti fighi a gente che viene da fuori come quando sei salito tu, allora si riapprezzano molte cose che nel giro quotidiano magari uno non tiene in considerazione. Quindi devo dire che hai ragione, anche qui sentiamo più passione ultimamente! Certo che è sempre difficile organizzare concerti DIY, soprattutto a Berna, ma visto l’interesse magari in futuro cambia qualcosa. C’è sempre la gente che si lamenta ma poi sta a casa perché sta meglio sul divano, ma è anche un problema più della generazione over 30 credo, meno male che ci sono i pischelli che si danno da fare!

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SD: Nel disco la canzone che preferisco è ‘Eternal Jetlag’ il testo è autobiografico?
M: È il perfetto esempio di un testo, il cui concetto ci è venuto in mento facendoci due risate in saletta, che alla fine può sempre l’apparenza di essere un pò debole, ma che in fondo provoca reazioni reali perchè è facile interpretarci stati sentimentali propri. Per essere sincero, tutto ciò non era previsto, ma è stato un colpo fortunato. Io per esempio mi ci vedo come lo senti tu Canth, una malinconia nel viaggio, magari un viaggio che non finisce mai, in cui ci si diverte, ma che è anche seminato di solitudine, però per Marco è completamente diverso. Lui è mezzo indonesiano e spesso significa essere “cinese” qui (ho letteralmente visto gente chiedere “no, ma veramente, da dove vieni?” al suo dire che è di San Gallo). Quindi non è mai veramente a casa e di conseguenza gli viene anche il jetlag eterno.

SD: Progetti per l’immediato futuro? Tour, disco nuovo, che possiamo aspettarci da voi a breve?
M: Stiamo cercando di aggiungere delle date per la primavera e spero di tornare in Italia entro la fine di Marzo, Chris compreso. Abbiamo un paio di tour in programma che vorremmo cercare di fare, ma è possibile che ci mettiamo prima a scrivere il secondo disco. Siccome funzioniamo soltanto con le deadlines veramente severe, direi che si va a registrare entro autunno.

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Txt & Pics by Andrea “Canthc” Cantelli x Salad Days Mag – All Rights Reserved

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