MELVINS ‘THUNDERBALL’
Review Overview
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6MELVINS
‘Thunderball’-LP
(Ipecac)
6/10
Esistono album inutili dei Melvins? Ribadendo, come già espresso altre volte, che la band in questione si può permettere ciò che vuole, anche perché ha con sè una chiave di volta che comunque gli permettere di produrre e prolificare (quasi) sempre musica interessante che desta attenzione e che mette in risalto il saper suonare rock/sludge/punk/metal in modo magistrale, con questo ‘Thunderball’ mi sembra che abbiano peccato parecchio nel cercare di creare, (raschiando) nel fondo del loro ingegno, un album degno di tale nome. Con una formazione che è quella del 1983 con il batterista originario (Mike Dillard, con altri due album all’attivo per i Melvins 1983) mettono insieme 5 brani di cui i il primo ‘King Of Rom’ è una sorta di marchio di fabbrica della band, in pratica una sludgestonerpunk song camuffata da hit FM. Tutto sommato blanda. Poi due minuti di nulla intitolato ‘Vomit Of Clarity’, terzo brano ‘Short Hair With A Wig’ è un’epopea doom stoner lunga 11 minuti dove il riff che regge il brano viene ripetuto fino allo sfinimento, nel finale una sorta di alien song infarcisce, cambia, stravolge e sfinisce il brano sbiadendo in una trasparenza innocua. ‘Victory Of The Pyramids’ è il quarto brano, anch’esso bello lungo quasi 10 minuti, che sembra dare speranza: dopo due minuti di intro, con un riff abbastanza anomalo, attacca un’accattivante linea di basso melvinsiana fino al midollo e poi via con un bel riffone di chitarra roboante che sguscia via alla grande, con la voce che incalza incastrandosi meravigliosamente, ma sono solo secondi, poco più di un minuto per poi inabissarsi in un triste/tristo prosieguo. Peccato. Infine ‘Venus Blood’, ben 8 minuti all’insegna di una sorta di inutile jam session che potrebbe benissimo durare all’infinito con un cantato/litania superfluo per poi chiudersi con dei suoni che, anche in questo caso, sembra che provengano da una stazione che trasmette melodie aliene (opera dei Void Manes e Ni Maîtres che scorrazzano, alla bene e meglio, anche nei precedenti brani di ‘Thunderball’). In sostanza, poca roba.
(Giuseppe Picciotto)
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