Mayhem ‘Daemon’
Review Overview
5
5MAYHEM
‘Daemon’-CD
(Century Media)
5/10
I Mayhem di oggi non sono certo quelli di ‘Deathcrush’ e del live in Lipsia che hanno infiammato i cuori neri dei blackster sparsi per il globo. Non sono più marci e paludosi, impregnati di malvagità. Dead è morto, Euronymous pure. I Mayhem dei nostri giorni sono una macchina perfettamente oliata, che suona come un macigno in corsa, ma che manca totalmente dello spirito originario. Daltronde succede quasi sempre così: i membri invecchiano (sono passati 35 anni), cambiano, la fiamma giovanile si affievolisce e il tutto prende la forma di una baracconata. Ecco, i Mayhem sono oggi questo: un baraccone portato avanti da uomini ne giovani ne vecchi che lo fanno per lavoro, cercando di essere un minimo credibili. Non fraintendetemi: il disco è bello, suona veloce, la voce di Attila è la solita (a parte gli orribili vocalizzi puliti che si poteva risparmiare), Hellhammer picchia ancora duro. Il problema è l’atmofera. Il tutto risulta molto costruito, un compitino svolto in maniera impeccabile ma privo di profondità. Profondità che invece avevano i Mayhem del periodo con Dead. Una band giovane, formata da miserabili geniali divisi tra satanismo, inner circle, mancanza di soldi e con sogni più grandi di loro (nel caso di Euronymous). Personalmente con la band norvegese mi fermo al 1992, il resto l’ho ascoltato ma sempre considerato molto poco. Ecco, se fosse uscito con un nome diverso dal monicker Mayhem sarebbe da 7; ma con il fardello che quel nome si porta dietro, un 5 è più che sufficiente…
(Marco Pasini)
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