Maruta ‘Remain Dystopian’
Review Overview
9
9MARUTA
‘Remain Dystopian’-CD
(Relapse)
9/10
Il nome Maruta ultimamente è girato parecchio grazie all’endorsement della nota pornostar Mia Khalifa che indossando una maglietta della band regalata da un non meglio precisato membro (ehm…) del gruppo, (pare che la connection sia nata grazie ad una occupazione nell’ambiente XXX dello stesso) e prontamente sfoggiata in tweet e post vari su social network assortiti ha creato hype a profusione. Tralasciando gossip e cazzate varie la scontatissima domanda è la seguente… hype meritato? Assolutamente si anzi, è mortificante il fatto che si parli dei Maruta soprattutto per questo “siparietto”, perché ‘Remain Dystopian’ è un album davvero devastante e tra i migliori di genere usciti negli ultimi anni. I Maruta approdano al terzo album, quello bollato da tutti come il disco della maturità, e non potevano sfornare un lavoro più azzeccato e riucito, una bomba sonora pronta a deflagrare nei nostri padiglioni auricolari, un menù a base di grindcore e death tecnico e sincopato che colpisce al volto stordendo e lasciando piacevolmente annichiliti. Una tecnica di prim’ordine, una fantasia negli arrangiamenti non comune in ambiti così estremi (come dei Meshuggah pompati a pallettoni?) e una azzeccatissima alternanza del doppio registro vocale, brutal e scream, i trademark di fabbrica di un album che non lascia scampo. Le comparsate di personaggi come J.R. Hayes (Pig Destroyer) in ‘Erode’ e Thomas Lindberg (At The Gates) in ‘Stride Endlessly Through Scorched Earth’, avvallano l’operato di questi giocani killer che sembrano essersi spinti al limite nello sfornare questo piccolo gioiello estremo. L’uso di rallentamenti ad hoc esalta ancora di più le parti ultraveloci e brutali, donando quel tocco di malsano e claustrofobico che rende vario e dannatamente riuscito questo terzo lavoro sulla lunga distanza. Il disco dell’estate 2015, altro che la nuova hit di Jovanotti!
(Davide Perletti)
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