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Salad Days Magazine | November 21, 2024

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MARTHE ‘FURTHER IN EVIL’

MARTHE ‘FURTHER IN EVIL’
Salad Days

Review Overview

9
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Rating

MARTHE
‘Further In Evil’-LP (limited edition with flexi)
(Southern Lord)
9/10


Il marchio “Southern Lord” ha dato all’ultimo lavoro di Marthe, ‘Further In Evil’, il giusto hype. Anderson / O’Malley che “timbrano” e distribuiscono, Marthe che compone e suona: garantita la SUPER trasversalità della proposta, nonché la fluidità (nel senso dell’ambiente di riferimento) delle recensioni (e degli ascoltatori): l’arcobaleno che va da Impatto Sonoro a Metalitalia si è già dato da fare. Se ci fosse uno di quei “grafici a parole”, dove la “rilevanza” di un concetto in un testo è espressa attraverso la dimensione fisica della scritta bene, in quel grafico spiccherebbero “Bathory”, “devastante”, “evocativo”, “Amebix”, un po’ sotto, un po’ più in piccolo: thrash, crust, black. Quindi, visto che non mi piace fare il follower, cercherò di dare la mia chiave di lettura al tutto, senza utilizzare nessuna di quelle immagini, nessuna di quelle idee. Ultimamente ho letto un bel libro (tra l’altro regalatomi da un membro “grosso” degli Addict Ameba, forse per mettersi al riparo, in advance, da un’intervista che poi non c’è mai stata). Si chiama ‘Uccidi Quei Mostri’, by Jeff Jackson. Consigliato. Un libro che si legge da due parti, Lato A e Lato B: la vicenda è spiegata da due punti di vista. Penso che Jeff Jackson sia un critico musicale, o comunque un grosso consumatore di musica. La storia che si immagina, infatti, può provenire solo da quel background. Jackson si immagina un’epidemia tipo COVID, una “malattia” che porta insospettabili ragazzi di tutte le età, di tutte le provenienze e soprattutto di tutti i gusti… dicevo porta questi “regaz” ad uccidere cantanti o musicisti. Cantanti o musicisti di tutte le età, di tutte le provenienze e soprattutto di tutti i gusti (i.e. di tutti i generi). MASSACRATI. MACIULLATI. Gambizzati e poi finiti. Senza pietà. A caso.
BOMBA. Mi sono fatto l’idea (come d’altra parte esce dal libro stesso e da numerose recensioni), che Jackson voglia spazzar via tutta ‘sta gente che suona pensando di essere X… tutti ‘sti fighi che cantano pensando di essere Y… tutti ‘sti artisti, quelli che “non hai capito il mio progetto”. E sono tanti. Tantissimi. Ovunque. La versione Terminator di Giovanni all’Heavy. Un virus che mette a posto le cose. Come Thanos negli Avengers, Thanos ed il problema della (sovra)popolazione nel mondo. Non penso sarebbero tante le realtà, in Italia, che si salverebbero da un’epidemia del genere. Anche perché, dalle nostre parti, dove c’è la qualità spesso c’è la stronzaggine… l’arroganza. “Non hai ascoltato niente”. “Non sai un cazzo”. “Parli del nulla”. Mi piace pensare che Jackson abbia mandato un bel messaggio a tutti questi. Come dicevano gli Alma: ‘Fattallà’. Morirebbero in tanti dalle nostre parti. Può essere, ma non Marthe.
P.S.
Un avvertimento, per quelli “scrivi i nomi a cazzo”. Associare ‘Further In Evil’ ai Bathory è di una banalità che neanche mio figlio… di Bathory c’è solo la copertina, di sicuro NON i suoni, che nel caso di Marthe sono molto meno “lo fi”, anzi. Di sicuro NON le strutture, che nel caso di Marthe sono molto più complesse. Associare ‘Further In Evil’ ai Bathory non rende giustizia a Marthe. Non rende giustizia a lei, e a tutte le donne che operano in un mondo, quello della musica, estrema. Un mondo, il nostro, che non mi sembra tanto cambiato da James Brown (‘It’s A Man’s Man’s Man’s World’) ad oggi. Associare ‘Further In Evil’ ai Bathory è roba vecchia, ma nel senso brutto.
(fmazza1972)

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Photo by: Silvia Polmonari

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